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L'Adversus Haereses di Ireneo

L'Adversus Haereses di Ireneo 

 Tra gli scritti antieretici spunta come il più importante l'Adversus Haereses di Ireneo. Ireneo combatte su due fronti:
- Il problema del montanismo. Era necessaria anche una presa di posizione contro molti vescovi montanisti. Il montanismo aveva suscitato notevole fascino sulle chiese d'Asia, per la loro sostanziale ortodossia, per l'entusiasmo profetico, per l'intransigenza morale. I maggiori vescovi del tempo temevano una degenerazione settaria del montanismo, che del resto suscitava numerose proteste dell'impero romano.
- Il problema dello gnosticismo. Era certamente il problema più importante. I seguaci degli gnostici dilagavano oramai dappertutto. La confutazione più organica e completa e organica dello gnosticismo viene proprio da Ireneo da Lione.
Ireneo nasce a Smirne nel 130 e la sua confutazione anti gnostica si compie tra il 180 e il 190 con i suoi cinque libri del suo Adversus Haereses. Fu allievo di Policarpo, vescovo quattordecimano messo a morte da Marco Aurelio. La teologia di Ireneo conserva molti elementi asiatiche (come l'accettazione della tesi millenaristica) ma l'orientamento della sua teologia è tipicamente romano. L'importanza di Ireneo è sicuramente in particolare nella dottrina antignostica, soprattutto valentiniana, che lo porta a fondare la prima vera teologia della storia del pensiero cristiano, dando una vistosa accentuazione a tutti quegli elementi teologici di carattere istituzionale (canone neotestamentario, tradizione ecclesiastica, poteri episcopali, primato romano) che saranno l'ossatura della nascente Chiesa cattolica.
Ireneo comincia prendendo spunto dalla polemica antimarcione sul problema dell'unità di Dio e della continuità dei testamenti. Un unico Dio regge e governa il mondo, accompagnandolo dalla creazione all'incarnazione di Cristo attraverso le tappe dei due testamenti. Il vecchio testamento + una preparazione all'avvento di Cristo. Cristo non ha abolito la Legge ma l'ha completata.La polemica si sposta poi sugli pneumatici, che affermavano che con venuta di Cristo e il dono dello Spirito Santo l'uomo ha raggiunto la perfezione finale. Ireneo nega, dicendo che il processo dell'uomo terminerà quando l'uomo sarà a totale somiglianza di Dio. Dopo l'incarnazione, infatti, lo Spirito Santo continua a guidare l'uomo verso la perfezione finale, con una crescita tranquilla nel tempo della Chiesa. Prima dell'avvento del regno di Dio, ci saranno mille anni di regno di Cristo durante i quali i giusti si abitueranno a comprendere Dio. La polemica contro i valentiniani parte dal proclama di identità di Gesù con Cristo. La redenzione è opera del Verbo fatto carne, che è quello stesso Gesù Cristo che ha patito, è morto ed è risorto, Figlio di Dio divenuto Figlio dell'uomo. I valentiniani, dice Ireneo, scindono le due nature di Cristo perchè sono ostili nei confronti della realtà materiale, che è invece cosa buona. Il mondo è creato da Dio e non dal demiurgo. La carne non viene abbandonata ma salvata con lo spirito.
Ireneo ringrazia infine i romani. Sotto Commodo i cristiani possono viaggiare in tutta serenità e senza alcun timore. Quindi l'Impero è buono per i cristiani, non può essere l'Anticristo.
La teologia di Ireneo costituisce già il primo tentativo in grande di sistemazione organica del pensiero cristiano, la prima vera apparizione di una teologia cattolica che si preoccupa del semplice fedele più che dell'intellettuale. Ireneo afferma due principi fondamentali per la lettura e l'interpretazione della Scrittura: il rispetto dei testi nella loro unità materiale e l'esigenza di una lettura d carattere ecclesiale. Questo non fanno marcioniti e valentiniani, che preferiscono tagliare a loro piacimento i libri dei due testamenti e cambiare a loro piacimento ciò che salvano.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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