Skip to content

La concezione della storia secondo gli scrittori dell'Ottocento

Nella metà del XIX secolo, gli intellettuali dimostrano una sempre maggiore sfiducia nelle possibilità di descrivere le dinamiche della storia in modo razionale e ottimistico. Questa sfiducia si esprime in immagini di decadenza e rovina, come nella Parigi dei Fleurs du Mal di Baudelaire. La capitale francese, rinnovata dal piano di Hassman, presenta tutti i caratteri del vecchio e dello squallore.

D'altra parte, già nella scrittura realistica di narratori dell'Ottocento, la storia si mostra con le stigmate del declino. Per Dickens la storia non ha un fine ed è solo un cumulo di rovine e di polvere abbandonate al cielo, una concezione della storia presente nella Ginestra di Leopardi.
I sensi si scambiano le funzioni e o le esercitano contemporaneamente (sinestesia). Il principio di realtà, fondato sull'oggettività delle cose, è sospeso. Il mondo diviene il regno dell'indicibile.

Tratto da LETTERATURA COMPARATA di Domenico Valenza
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.