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La creazione dell'individuo: da Burckhardt al New-Historicism

Il Rinascimento è l'epoca dell'individualismo, come dimostra la diffusione europea della scrittura soggettiva: poesia petrarchistica, prosa autobiografica (Lutero, Montaigne) o biografica (Vasari). Per Burckhardt, l'individuo rinascimentale è il risultato di un'opera di autodeterminazione.

Per l'americano Greenblatt, teorizzatore del metodo neo-storicista, l'identità è definita dall'essere posti in uno schema di comunicazione, di rapporti legali e di obbedienza. L'attenzione di Greenblatt per i rapporti legali è giustificata dal fatto che la vita letteraria del Rinascimento ruota intorno alla corte. Da questo legame corte e letteratura, deriva la necessità, per lo scrittore, di un ruolo e di un'immagine personali che siano però anche ruolo e immagine ufficiali.

L'approccio neo-storicista ha il neo di contestare troppo rigidamente l'autonomia del singolo, facendo della consapevolezza di sè una forma di inconsapevolezza, cioè di cieca resa a regole espressive. Esso ha però, rispetto al modello di Burckhardt, il merito di riconoscere nell'individuo il punto incontro di tensioni sociali di varia natura, e di aver collocato l'individualità in un contesto complesso di rapporti. Il Rinascimento, alla fine, è piuttosto l'epoca del noi che quella dell'io.

Tra i letterati rinascimentali, bisognosi di protettori e mecenati, l'obbedienza al potere è più comune che l'insubordinazione, sebbene non manchino nostalgie di libertà. Il conformarsi automatico dà l'illusione al singolo di agire normalmente e di essere nelle condizioni ideali per lo sviluppo di sè.

Conformandosi, il singolo non vince, come crede, ma perde la partita. Egli considera le regole un mezzo, ma esse sono, per il potere, il fine. Di qui il successo di codici come il petrarchismo: il poeta, con la lingua ufficiale, crede di acquisire una legittimazione pubblica: in verità si priva inconsapevolmente di poter disobbedire, cioè di creare un discorso antitetico a quello del potere.

Tratto da LETTERATURA COMPARATA di Domenico Valenza
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