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Generi letterari: l'epigramma

L’epigramma (da έπί + γράμμα , “scrittura [incisa] sopra”)  nasce in epoca arcaica come iscrizione quasi sempre di carattere funebre o commemorativo incisa su pietra o bronzo. È un componimento in pochi versi. Gli autori sono poeti anonimi che lavorano su committenza.
In epoca ellenistica conserva la brevità originaria e assume dignità letteraria. Viene utilizzato per trattare gli argomenti più svariati che i poeti esprimono in pochi versi in cui convergono impressioni e stati d’animo immediatamente colti nell’attimo fuggente.
Vengono composti in distici elegiaci, anche se non mancano epigrammi in metro lirico.
Il pubblico deve essere colto per essere in grado di cogliere le sottili allusioni nascoste nei pochi versi.
Comunque una piccola parte della produzione epigrammatica continuò ad essere poesia d’occasione, composta per una committenza e destinata ad una specifica circostanza (compianto per un defunto, offerta di una dedica, epigrafe posta sotto una statua o un dipinto)

Nella produzione epigrammatica si è soliti distinguere tre filoni:
1. Scuola dorico – peloponnesiaca: gli autori scrivono in dialetto dorico
Anite di Tegea (22). Temi affrontati: giovinezza stroncata prematuramente dalla morte e descrizioni di paesaggi agresti.
Nosside (11). Temi affrontati: bellezza femminile e amore.
Leonida di Taranto (100). Temi affrontati: quelli riguardanti il mondo degli umili e degli emarginati il cui iperrealismo macabro rivela la formazione filosofica dell’autore (è un “cinico”).
2. Scuola ionico – alessandrina: gli autori scrivono in dialetto ionico
Asclepide di Samo (45). Temi affrontati: tematiche erotico – simposiali e polemica letteraria.
Callimaco.
3. Scuola fenicia: stile elegante e sfarzoso influenzato dalla retorica (sul finire dell’ellenismo).
Gli autori non sono tanto accomunati dai temi trattati, quanto dalla terra di provenienza.
- Melagro di Gadara (130). Temi affrontati: amore tormentato.
- Antiprato di Sidone.

La conoscenza dell’epigramma greco dipende per noi in primo luogo dall’Antologia Palatina, una monumentale silloge che contiene 3700 epigrammi di 340 poeti diversi (anche anonimi), scritta attorno all’anno 1000 e riscoperta nel 1600 nella biblioteca Palatina di Heidelberg.
È suddivisa in 15 libri, ma nelle edizioni moderne è abitudine aggiungere un sedicesimo libro in cui vengono raggruppati 388 epigrammi: tale libro è la cosiddetta Antologia Planudea, la silloge approntata dal monaco Massimo Planude nel 1299.

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