Skip to content

Bufalino e la quintessenza della malattia : Marta

Bufalino e la quintessenza della malattia : Marta


Marta

Sul reciproco camuffamento e sulla temporanea mistificazione, trionfa però ancora una volta la verità della malattia, che tra dubbi ed emottisi uccide padre Vittorio, concedendo all'io narrante di salvarsi per rendere testimonianza della sua opaca negazione del Cristo. Il cristianesimo del protagonista è allora nient'altro che una gravidanza supposta, un'isteria di tre mesi.
È dunque una falsa gravidanza l'unico possibile frutto menzognero della malattia; un figlio ipotetico che proietta in quel futuro interdetto ai segnati come lui. Anche Marta ci prova, ma anche a lei è riservato solo il racconto del passato. È lei, Marta, la quintessenza della malattia, e anche lei cerca di trasfomare il male in stemma addensando il mistero sui proprio trascorsi e rinchiudendosi ad un certo punto nella propria stanza della Rocca, come un intrigante, volontario, ulteriore confino. Morta lei, rimane solo una cicatrice nella mente del protagonista, che la trasforma in racconto, cioè in letteratura.

Argo il Cieco

Scrittura e malattia sono fortemente legate tra loro, la prima come palliativo della seconda, difficilmente come cura; una temporanea vacanza dalla malattia, come in Argo il Cieco, il cui protagonista ammette al proprio lettore che questa attività non lo aiuta a guarire.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.