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L'angoscia per l'evoluzione della storia nelle opere di Elsa Morante

L'angoscia per l'evoluzione della grande Storia condiziona le opere successive della Morante: in saggi come Pro o contro la bomba atomica (1965, poi raccolto in volume con altri nel 1987) e in libri di poesie come Il mondo salvato dai ragazzini (1968), la scrittrice riflette sulla possibilità di nuove utopie, sull'anarchia come forma di opposizione ai vari governi, sulla difesa della bellezza.

La Morante propone poi il valore della vita autentica dei poveri, in particolare dai ragazzini, come unico antidoto alla forza del potere: non a caso, siamo nel clima delle rivolte studentesche.

In Pro o contro la bomba atomica, la scrittrice sostiene che l'arte è il contrario della disintegrazione, e la sua funzione è proprio di impedirla. Se il mondo corresse verso la disintegrazione, all'artista non resterebbe che scegliere: convincersi di essere in torto o in ragione. Nel secondo caso, lo scrittore potrà stimare la rovina inarrestabile, o avere fiducia nella resistenza e nella liberazione.
Nel secondo caso, la sua funzione di scrittore sarà più utile di quanto non lo sia stata mai prima.

A conclusione, la Morante ricorda le parole di Saba: in ogni poesia c'è sempre un bambino, il quale adesso convive con l'adulto, e si meraviglia di quello che succede all'adulto. E, a proposito della lotta del poeta, quel che gli resterà da fare sarà "poesia onesta".

Tra il 1971 e il 1973 la Morante lavora a La Storia. La Storia, si legge in copertina, è uno scandalo che dura da diecimila anni, è sempre stata la storia dell'orrore e ha travolto i deboli nel percorso.
Questa verità è mostrata in una vicenda ambientata a Roma tra il '41 e il '47: la maestra Ida Ramundo è incinta di un soldato tedesco, e il piccolo Useppe diventa per lei motivo di coraggio. Il primo figlio Nino è ucciso e anche Useppe muore mentre Ida, impazzita, sopravvive in manicomio.

Nell'Incipit, si racconta la solitudine del soldato Gunther per le strade di Roma, la sua indecisione in guerra e la sua inesperienza. L'opera presenta un'interpretazione populistica degli eventi, caratterizzata dal sostegno ai valori del popolo: la sua uscita fu salutata da eccessi e polemiche.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Domenico Valenza
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