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L'intervento di Bufalino del 1990 a Messina


Bufalino esemplificherà i concetti della malattia in letteratura – marchio di infamia e insegna di nobiltà insieme –  in uno specifico intervento del 1990, a Messina, Da stigma a stemma. Il malato come eroe letterario. La malattia medievale in particolare colpisce Bufalino, perché culla di un male differente e invisibile, specchio di una condizione in qualche modo autobiografica, di separazione nobilitata da precedenti illustri: la malinconia, l'acedia. E Bufalino cita Petrarca, che per primo annunciava la promozione del malato da dannato a eletto. Petrarca e Baudelaire dunque, ma passando per Torquato Tasso e il suo male oscuro, che egli cita attraverso le epistole e, come in un gioco di scatole cinesi, attraverso il Baudelaire della lirica sul Tasso in prigione. Malattia e prigionia dunque, malattia e allucinazioni fantastiche, di cui solo il recluso può essere vittima e artefice; una condizione simile a Tommaso Mulè. La malattia è dunque la condizione propedeutica alla scrittura.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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