Skip to content

Il pellegrinaggio religioso di Ungaretti

Il pellegrinaggio religioso di Ungaretti


Tutta questa ricerca dell'acqua e di ciò che essa coinvolge e significa dà al viaggio una dimensione di pellegrinaggio in senso religioso di cui Ungaretti era ben consapevole. Nonostante questi motivi, sarebbe sbagliato ritenere che Ungaretti sia un viaggiatore di tipo preromantico, ottocentesco, di quelli che cercano le immagini della morte, delle rovine per il gusto del lugubre e del patetico. Il suo primum sta invece nella ricerca sincronica dei segni della morte e di quelli del risorgere. E si legga un passo della Visita all'Osservatorio vesuviano, in cui il viaggiare e l'aggirarsi per lo spazio si riducono allo scorrere del tempo e della vita umana tra nascita e morte, i due punti di contatto privilegiato con l'infinito.  In quel passo si compie una celebrazione della vita che fa la differenza tra il mondo di Ungaretti viaggiatore e alcuni degli stessi archetipi originali del suo mondo, com'è quello della vita dei morti immaginata dagli egiziani, i quali avevano l'idea di vincere il tempo con la misura del tempo. Se per essi l'eterno è “Morte! Mummie nell'orrore, nella cecità delle fosse di quelle piramidi”, per un “italiano” la poesia sta invece nella ricerca del divino. La dimensione divina del viaggiare è ben evidente nelle prose pugliesi del 1934, dove la chiesa di Siponto, con le sue architetture in cui si fondono “guerra e preghiera, azione e fede”, e con la sua luce celebra “la divinità nell'uomo”. Insieme al divino, Ungarettiu cerca una dimensione verticale della storia, e cioè l'antico; ma in questo inseguire l'antico affiorano una forte tensione alla riesumazione e quella fede nella resurrezione che sarà un motivo sempre più esplicito nell'Ungaretti critico di Dante e Petrarca e nell'Ungaretti uomo e poeta, specialmente in relazione alla dolorosa vicenda della morte del figlio. A volte, attraverso le immagini di viaggio, Ungaretti sembra guardare quasi direttamente al suo mondo e alla sua stessa poesia, come quando, tra i quadretti di ex – voto della chiesa di Siponto, ne descrive alcuni di tragedie e naufragio da cui ci si è salvati.

Il dramma è nel mare e nella nave, è nei cavalli impennati e negli astanti, è nell'albero e nel fulmine; non è mai in chi si salva. Ci sia o meno la volontà, c'è sempre il miracolo, c'è sempre la fede che rasserena.

In questo naufragio con salvezza sembra di scorgere la be nota “allegria” del poeta.

Tratto da LETTERATURA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.