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La vita di Ungaretti, girovago congenito


I dati biografici di Ungaretti, la sua concreta storia, ci aiutano a capire la natura radicale del suo viaggio, da intendere come ricerca della meta e come spostamento continuo di questa meta in un altro luogo. Nato nel 1888 ad Alessandria d'Egitto perché il padre ivi si trovava come sterratore durante la costruzione del Canale di Suez, mentre la madre gestiva un forno, studierà lì insieme a Mohammed Sceab, incontrando anche l'emigrato Enrico Pea e i fratelli Thuile, ingegneri e scrittori. Nel 1912 lascia l'Egitto e sbarca a Brindisi, risalendo l'Italia e andando in Francia per poi rientrare in Italia allo scoppio della Grande Guerra, diventando interventista. Non era spinto da militarismo fanatico ma da spirito di pace, convinto com'era, che la guerra si imponesse per eliminare la guerra. Si arruolerà volontario in fanteria e dal fronte, nel 1916, pubblicherà il Porto Sepolto, titolo emblematico dell'ambiguità tra approdo e tomba.
Dalla fine della guerra non si contano le mete dei suoi viaggi. Ungaretti è un uomo inquieto, che cerca continuamente un luogo in cui ritrovare i segni della propria identità, e va anche ricordato che i suoi viaggi si inquadrano esternamente in un contesto storico – sociologico tipico del fascismo, nel cui ambito si registra il massimo della sua attività migratoria, analogamente a quanto accadeva per numerosi nostri scrittori novecentesci, basti pensare a Landolfi, Piovene, Cecchi, Patti, Gadda, Montale. Fra i più attivi giornalisti – viaggiatori c'è proprio Ungaretti che, privo di una professione stabile, ogni mattina doveva guadagnarsi il pane per l'indomani. A differenza di altri viaggiatori del periodo fascista, che si assumevano il compito di promuovere nel mondo l'immagine di una Italia moderna e aperta, approfittando così della possibilità di sottrarsi ad una stampa non libera, Ungaretti si sottrae a modo suo a queste preoccupazioni, e nei suoi scritti raramente appaiono tracce di una qualche adesione alle missioni imposte dal regime. Si attiene sempre, invece, ad una sua idea del viaggio, perfettamente inscrivibile nella sua poetica complessiva. Ungaretti non è solo viaggiatore per destino; è viaggiatore mentale (amava Blake) e sentimentale: è un poeta viaggiatore.

Tratto da LETTERATURA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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