Il terzo periodo di Benito Perroz Galdòs

Con  La incognita e Realidad si apre una terza fase dell’attività galdosiana, caratterizzata da una forte ricerca tecnica e dalla crisi della forma classica del romanzo realista. Sono due romanzi che trattano la stessa trama, con due tecniche, e quindi due punti di vista, diversi. Ci troviamo di fronte ad una storia di adulterio che la complessa personalità dei protagonisti trasforma in un complesso gioco psicologico. Ne La incognita i fatti vengono raccontati epistolarmente, tramite un testimone estraneo; ne La realidad la vicenda è messa a fuoco dall’interno dei protagonisti, con una insistenza nel dialogo che fa da preludio alla sua successiva trasformazione in dramma in cinque atti. È chiaro che Galdòs rinuncia alla posizione del narratore onnisciente.
Angel Guerra segna il passaggio definitivo alla tematica della vita interiore e al mondo delle vite spirituali. Specialmente nella seconda parte, quando Angel percorre lentamente le vie di Toledo seguendo il filo dei suoi pensieri, è chiaro il nuovo modo di costruzione del personaggio. Con questo romanzo Galdos metteva definitivamente in crisi i valori che sin da giovane l’avevano sostenuto, indirizzandolo verso una vecchiaia inquieta, segnata da una costante ricerca di forme espressive e da un forte impegno politico personale.
Altri romanzi simbolo di questa inquieta ricerca sono Tristana e Nazarìn. Nel primo Tristana cerca di fuggire alla morbosa persecuzione di Don Carlos ma la malattia e l’amputazione di una gamba la inchioderanno per sempre in quella squallida realtà. In Nazarìn un prete ortodosso ma libertario gira la Castiglia con due donne di malaffare, tentando di predicare il Vangelo tra gli scherni della gente e le persecuzioni della giustizia, un po’ Don Quijote e un po’ principe Myskin, ma lontano, per la sua predicatorietà, dalla grandezza dei primi due.