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Caratteristiche della prossemica teatrale


Andiamo alla prossemica. La prossemica è lo studio della distanza tra soggetti di un rapporto sociale. Hall ne ha individuato quattro categorie, divise in due fasi, una di vicinanza e una di lontananza.
- distanza intima: da 0 a 45 cm. È la distanza dell’amplesso e della lotta.
- Distanza personale: da 45 a 120 cm. È la distanza del parlare confidenziale. C’è la possibilità di un contatto fisico ma è la parola il principale veicolo comunicativo, anche se la mimica gioca una parte importante.
- Distanza sociale: da 120 a 360 cm. È la distanza del rapporto mondano, multilaterale e con possibilità di esclusione.
- Distanza pubblica: da 360 cm in poi. Si alza la voce, i dettagli fisici si perdono, il coinvolgimento scende. È spesso il tipico rapporto uno – molti.
Al rapporto vicinanza – lontananza or ora descritto, si aggiunge quello del rapporto con gli elementi scenografici e gli accessori, e quello della posizione reciproca degli attori. Su quest’ultima apriamo un approfondimento. Due o più attori possono instaurare sei tipi diversi di posizioni reciproche e sei significati diversi:
- fronteggiarsi
- volgersi le spalle
- guardare nella stessa direzione
- guardare in direzioni opposte
- guardare chi guarda davanti a sé
- volgere le spalle a chi guarda davanti a sé.

- interesse
- disinteresse
- interesse reale
- interesse millantato
- concordanza di attenzione
- discordanza di attenzione
Una scenografia complessa contribuisce a complicare la prossemica.

La prossemica tra attore e pubblico contempla svariati casi. Noi per semplicità ne tratteremo solo due.
- Teatro naturalista: la quarta parete è la linea di proscenio. L’attore fronteggia enfaticamente in primo piano il pubblico, o gli volge le spalle.
- Teatro a scena aperta: l’attore tiene conto del pubblico, e perciò non gli volta mai le spalle. La posizione prediletta è quella a 3⁄4 ; l’attore si rivolge direttamente al pubblico in quanto tale e gli fornisce un ruolo (complice, confidente ,eccetera).

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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