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Il teatro che nasce dal testo letterario


La considerazione di uno spettacolo dal punto di vista genetico equivale ad analizzare il fenomeno teatrale nei suoi caratteri intrinsechi, nelle modalità della sua nascita e della sua formazione.
Il testo.
L’azione drammatica è in sé una situazione assoluta, conclusa in se stessa e analizzabile al di là di ogni pre scrittura. Tuttavia possiamo classificare il prodotto teatrale sulla base di diversi criteri. Di tutte noi ci occuperemo solo di quelli che si basano sugli apporti letterari, testuali e modellistici. Non sono gli unici criteri, anche se possono sembrare quelli strettamente necessari: è pregiudizio diffuso, infatti, che la genesi di un evento teatrale debba trovare il suo punto di partenza in un testo o in un modello letterario. Non è affatto così, poiché da una parte uno spettacolo teatrale può nascere senza la necessità di svilupparsi da un testo letterario, dall’altra può svilupparsi da un testo non letterario (uno spettacolo di balletto, ad esempio, nasce da un testo musicale, e può o non può avere un testo letterario come secondo gradino). Il teatro che si sviluppa a partire da un testo letterario è un tipo particolare di teatro, quello comunemente definito drammatico, o melodrammatico, quando il secondo gradino dello spettacolo è costituito da una messa in musica del testo. Nel teatro drammatico un testo letterario o musicale, che possiedono una loro autonomia, vengono assunti come punto di partenza per un progetto di realizzazione teatrale. Sulla base del livello di complessità e di compiutezza del testo (letterario nel nostro caso) possiamo classificare uno spettacolo teatrale a seconda dell’apporto che il testo letterario ha dato allo spettacolo. Classe 1 = apporto rilevante) il testo è un’opera letteraria compiuta e di per sé autonoma (perché non presuppone una realizzazione scenica). Di solito questo tipo di testo ha carattere dialogico e consta di battute e didascalie. Il rapporto tra battute e didascalie è variabile. Parlando di didascalie, non possono mai mancare. Il loro grado zero è costituito da un segno grafico che indica l’apertura del discorso; poi si passa al nome dei personaggi e infine all’accurata descrizione del loro aspetto. Parlando di battute, esse possono anche essere assenti. Veleno di Vitrac, ad esempio, ha solo didascalie, e così anche gli Actes sans paroles di Beckett.
Classe 2 = apporto parziale) il testo è un canovaccio o uno scenario trama. In questo caso abbiamo solo l’intreccio e/o i personaggi e/o le situazioni in cui si trovano questi. Un esempio tipico del genere è quello della commedia dell’arte. Va comunque notato che gli attori, pur non avendo battute nel testo, disponevano di zibaldoni ricchi di repertori a cui ispirarsi.
Classe 3= apporto quasi inesistente) si parla di animazione. In questo caso il testo (tra l’altro quasi mai scritto) si limita ad alcuni elementi minimi che possono riguardare il tema, il carattere dei personaggi, l’ambientazione o altro. In questa classe rientrano anche l’elaborazione collettiva su un tema e gli happenings. L’happening (=accadimento) è quella forma di teatro in cui manca una struttura rappresentativa che comporti una storia e dei personaggi: gli attori agiscono interpretando se stessi, compiendo azioni spesso minuziosamente previste. Negli happenings mancano quasi sempre le battute e i dialoghi.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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