Skip to content

La definizione di traduzione



INTRODUZIONE. La traduzione, in quanto contatto e rapporto di scambio tra sistemi linguistici, è una questiona pratica e teorica di grandissima importanza per i comparatisti. Tradurre significa soprattutto trasferire pensieri e concezioni del mondo da una cultura in un'altra. Ogni forma di interpretazione è un atto di traduzione. Gianfranco Contini ad esempio ha dimostrato come nel sonetto di Dante Tanto Gentile E Tanto Onesta Pare non ci sia una sola parola il cui significato corrisponda a quello odierno.
Impossibile è comunque una traduzione definitiva. Una traduzione è sempre condizionata dal momento storico, dal gusto, dalla sensibilità, dall'intelligenza del traduttore, e ovviamente dal grado di sviluppo della lingua in cui si conduce la traduzione. Sono tutte destinate a scadere, ed è per questo che non esiste una sola traduzione ma molte traduzioni.
Una traduzione può anche scatenare contese e feroci contestazioni quando si tratta di libri che hanno pretesa di verità (pensiamo alla Bibbia) o sono di importanza capitale per lo sviluppo di un modello culturale (Freud). In questo caso le traduzioni hanno sempre pretese di verità e scatenano violente polemiche anche sulla base di un passo o di una singola parola tradotta in un modo o in un altro.
Ma la traduzione è anche il terreno utile all'incontro di culture diverse. Le traduzioni di un certo testo in diverse lingue nazionali mettono in comunicazione individui che non hanno coscienza di una o dell'altra lingua. La famosa equivalenza tradurre = tradire, sottolinea Gianfranco Folena, andrebbe cambiata con traduzione = tradizione, perchè la traduzione permette di tramandare valori e immagini altrimenti non condivisibili.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.