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Le funzioni della rappresentazione scenica


Una rappresentazione scenica prevede la presenza di una serie di operatori, con compiti differenti. È possibile che più compiti siano assolti da una sola persona, o che un solo compito sia svolto da più persone, ma le singole funzioni possono essere analizzate singolarmente.
Può accadere che alcune funzioni rimangano irrisolte nella fase progettuale (ad esempio la funzione registica nelle feste popolari), o che siano appositamente mancanti (la non scenografia e la non costumistica in “Mistero Buffo” di Dario Fo) per svariate esigenze.
Qui si terrà conto esclusivamente della considerazione astratta delle funzioni che partecipano alla creazione dello spettacolo. I rapporti tra le funzioni sono stati sistemati da molti critici e studiosi; qui ci limiteremo a enucleare quella di U. Eco e di J. Lotman, quest’ultima, non costruita appositamente per il teatro.
Eco propone il seguente schema:
Autore = I emittente -> Regista = I ricevente e II emittente -> Attore (+ tutti gli altri operatori) = II ricevente e III emittente -> Spettatore = III ricevente
Lo schema di Eco è però uno dei tanti possibili, certamente il più storicamente consolidato ma non l’unico. Non è detto infatti che non si possa partire dalla figura di un attore, o da un brano musicale, o da una ambientazione. Non è detto, ancora, che un attore non possa essere il ricevente diretto di un testo di un autore. In realtà, come dice Taviani, i rapporti tra funzioni sono spesso inestricabili e complesse, difficilmente ordinabili in maniera lineare.
Un modello più adeguato è forse quello di Lotman. Lotman distingue l’autointerpretazione (io – io) dalla trasmissione di informazioni (io – egli). Il rapporto io – io è quello che troviamo nella fase di elaborazione dello spettacolo, quello di autoarricchimento interno in rapporto a tutte le relazioni; il modello io – egli è quello della rappresentazione. È interessante notare come il secondo modello sia poi quello di Eco, dove il ricevente è lo spettatore, l’unico vero ricevente, e l’emittente è il risultato di tutti i contributi operativi.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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