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Linguistica e paralinguistica a teatro


Un fenomeno teatrale dal punto di vista strettamente linguistico coincide con il testo, vale a dire con la scrittura drammaturgica in quanto tale, esente cioè da tutto ciò che riguarda la sua espressione in forma orale. La linguistica studia il testo dal suo lato genetico.
In relazione al codice linguistico è sufficiente constatare quanti e quali siano i codici impiegati. Se cioè un determinato testo è scritto ad esempio solo in italiano o anche in norvegese; se tutti i personaggi parlano sempre la stessa lingua e quali effetti scaturiscono dall’omogeneità o dalla disomogeneità della lingua impiegata; se la lingua impiegata è quella che normalmente userebbe il personaggio (Cesare che parla in latino o no, ad esempio); se le parole dei personaggi non sono impiegate in maniera orale bensì scritta (vedi ad esempio i cartelloni di Brecht).
Per il resto va analizzato come un qualsiasi testo letterario, facendo attenzione in particolare agli stili del linguaggio, alla forma (se in prosa o in versi), alla correttezza sintattico grammaticale o retorico linguistica, tutti segni, ad esempio, atti ad evidenziare l’appartenenza ad una certa cultura (ad esempio l’uso del passato remoto come passato prossimo è tipico dell’Italia meridionale).
L’analisi di un fenomeno teatrale dal punto di vista paralinguistico intende puntare l’attenzione sulla dizione, e cioè sui possibili modi di uso verbale (=vocale) del testo.
Abbiamo così
- ALTEZZA.Frequenza della vibrazione. Può essere acuta, media o bassa. L’attore può utilizzare tutta la sua gamma di frequenze e variare, o rimanere su un livello uniforme.
- INTENSITA’. L’energia impiegata. Può essere forte, media o debole. L’attore può urlare o sussurrare le sue parole, o semplicemente utilizzare una intensità media e chiara.
- TIMBRO o METALLO: la forma o il carattere qualitativo della voce. Si distingue in voce d’oro (di gola, rotonda, piena e vellutata); voce d’argento (di testa, chiara, argentina); voce di bronzo (di testa, ma scura) e voce velata o smorzata.
- RITMO e PAUSA: il ritmo può essere lento o veloce,regolare o irregolare, a seconda della situazione che si va rappresentando. È l’aspetto che maggiormente contribuisce a esplicare il significato di un’opera. La pausa può essere maggiore e frequente o minore e meno frequente. Della pausa si fa un uso sia linguistico che paralinguistico, avendo sia valenza semantica sia valenza enfatica.
- REGISTRO: le modalità di utilizzo delle prime 4 da parte di un attore. Egli infatti può essere vario (più naturale) o uniforme (più artificioso) nell’utilizzarli.
La concertazione vocale è invece il rapporto di uniformità o di varietà di espressione tra gli attori.
La paralinguistica comprende anche i suoni non articolati ma comunque espressivi (soprattutto dell’impostazione psicologica) riprodotti in maniera naturalistica o stilizzata.
Non dimentichiamo infine, sempre per la paralinguistica, l’importanza delle dimensioni del teatro. Gli attori sono costretti ad alzare la voce per la distanza che intercorre tra loro e gli spettatori.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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