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Le satire di Gaio Lucilio

Le satire di Gaio Lucilio



GAIO LUCILIO → 180 a.C. Sessa Aurunca – 102 a.C. Napoli

Figlio di agiata famiglia, entra ben presto nel Circolo degli Scipioni, diventando sincero amico di Scipione Emiliano e Lelio. Con l'Emiliano partecipa alla guerra di Numanzia del 133. a.C. tenendosi poi lontano dalle cariche pubbliche, preferendo vivere delle rendite fondiarie e impegnarsi esclusivamente nella composizione di versi. Le sue Satire sono ordinate in trenta libri e contengono attacchi personali e veementi contro personaggi molto in vista e nemici degli Scipioni: i Metelli ad esempio. Delle Satire rimangono un 1300 frammenti.

Le Satire
In merito ad esse, Orazio collegava il carattere mordace delle satire luciliane alla veemenza politica della commedia attica antica; Quintiliano invece rivendicava l'autoctonia italica del genere satirico, attribuendone la paternità a Lucilio, che si sarebbe reso capostipite del genere. Ennio e Pacuvio in realtà si erano già cimentati nel genere. Quintiliano rivendicò la satura come creazione romana (“satura quidem tota nostra est” Cfr. Institutio Oratoria) e Livio indica come saturae le prime rappresentazioni drammatiche - in origine messe in scena per placare gli dei in tempo di pestilenza- che combinavano canto e musica e danza mimica. Da un lato queste favorirono l’evoluzione della commedia latina, dall’altro diedero origine al genere letterario misto della “satira”: una sorta di commento da un punto di vista personale, pungente o moralistico su argomenti del momento, inerenti alla vita sociale, alla letteratura o a difetti di singoli individui. L’etimologia del nome la ricaviamo da un passo di Varrone che descrive un tipico piatto contadino che mescola tantissimi ingredienti: – “satura est uva passa et polenta et nuclei pini  ex mulso consparsi, ad haec alii addunt et de malo Punico grana”- Il nome quindi fu inserito per analogia con questo piatto, per sottolineare probabilmente il notevole miscuglio di generi e di tecniche di composizione che caratterizzavano la Satura.Il genere con Lucilio si indirizza verso personalità ben individuate della vita del tempo, con toni diretti e corrosivi. Il suo è uno stile medio, antiepico, che per la sua espressività e i suoi toni parodistici è stato paragonato a quello plautino.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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