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Inizi della monarchia costituzionale in Grecia(1843-1856)


Le prime elezioni che ebbero luogo durarono tre mesi: la Grecia, per tutto quel periodo, fu in preda alle squadracce armate di Kolettis, che ricorse a tutti i mezzi per schiacciare l’avversario e assicurarsi la maggioranza nella Camera. Costituzionale quando si trovava all’opposizione, Kolettis, una volta preso il potere, lo esercitò in maniera accentratrice e fu lui stesso a spingere la corona a intervenire nella vita politica. Il solo rimedio ai mali della Grecia, secondo Kolettis, poteva consistere in una espansione territoriale del regno, era la via verso Costantinopoli, era il dominio dell’Oriente. Con una politica simile, Kolettis si colloca nella storia politica della Grecia come il prototipo del politicante avventuriero, che più di tutti impiegò la corruzione nella politica. La Costituzione, di fatto, era abolita. I ministeri che si succedettero a ritmo accelerato dopo la morte di Kolettis (1847) furono tutti ministeri di Corte privi di qualsiasi rappresentatività. L’opposizione riprendeva ad agitare i temi della difesa delle libertà costituzionali, ed era un succedersi continuo di rivolte. La politica nazionale della Grecia di Kolettis è rappresentata dall’attività delle bande armate ai confini greco-turchi e dai movimenti delle società segrete. Per risultato si ebbero le rappresaglie del governo turco contro i greci dell’impero ottomano, e un’avversione accresciuta dell’Inghilterra verso Ottone. Fino al 1848, infatti, il peso dominante nella politica greca lo ebbe la rivalità fra l’Inghilterra e la Francia, la quale proteggeva Kolettis. Lo zar, la cui preoccupazione era di poter trovare una base di accordo con la Gran Bretagna in merito alla questione d’oriente, abbandonava all’influenza inglese il Mediterraneo orientale, l’Egitto e la Grecia. Ma, fallito il tentativo di riavvicinamento anglo-russo per questa via, lo zar, risoluto a realizzare da solo le proprie mire sull’impero ottomano, rivolse il suo interesse di nuovo alla Grecia. Ottone, per parte sua, nutriva una sfiducia per i partiti costituzionali, e si volgeva verso la Russia e il partito russo. Fu a questo punto che Palmrston decise di ripristinare l’influenza britannica in Grecia con un colpo di forza. Prendendo a pretesto le richieste insoddisfatte di indennizzo da parte di un ebreo considerato suddito inglese, David Pacifico, e dello storico Finlay, le rivendicazioni dei marinai delle isole Ionie, e infine la questione degli isolotti Cervi e Sapienza, reclamati dalla Gran Bretagna come facenti parte di quelle stesse isole, il governo inglese ordinò il blocco della Grecia (1850). Un regolamento della questione fu raggiunto per l’intervento energico della Francia e la vibrata protesta dello zar. All’Inghilterra fu accordata una ragionevole soddisfazione. Ma proprio la brutalità di una tale politica servì a guadagnare popolarità a Ottone e a provocare un rivolgimento dell’opinione pubblica in favore della Russia, che seppe approfittarne. Lo zar sollevava la Grecia della parte a lui dovuta degli oneri per il prestito e l’aiutava a raggiungere un accordo con il patriarcato di Costantinopoli per quanto riguardava la Chiesa. Con l’emanazione di un tomos (bolla) del 29 gennaio 1850, il patriarcato riconosceva l’indipendenza amministrativa della Chiesa di Grecia. Anche il problema della successione di Ottone fu risolto. In conseguenza di questi fatti la Grecia, così come l’intero mondo ortodosso, era pronta a schierarsi dalla parte della Russia al momento della guerra di Crimea (conflitto combattuto, tra il 1853 e il 1856, dall'Impero russo contro l'Impero ottomano e i suoi alleati europei, una coalizione di stati formata da Regno Unito, Francia e Regno di Sardegna per il dominio sui Balcani che si concluse con trattative di pace tra la Russia e l’Impero ottomano). Allo scoppio delle ostilità fra la Porta e la Russia, infatti, l’Epiro, la Tessaglia e la Macedonia si sollevarono (1854). Le forze turche ebbero ragione rapidamente di queste rivolte, cui venne a mancare l’aiuto del governo greco del tutto impreparato. Le relazioni diplomatiche tra la Grecia e la Turchia vennero rotte, e le potenze alleate, Francia e Inghilterra, decisero l’occupazione del Pireo per controllare la Grecia (maggio-giugno 1854), la quale fu dichiarata neutrale e dovette riallacciare le relazioni diplomatiche con la Turchia. L’occupazione si protrasse oltre la fine della guerra di Crimea, mentre gli alleati non consentirono alla Grecia di partecipare al congresso di Parigi dove fu raggiunto il trattato di pace (1856), dopo aver imposto una commissione di controllo che rimase in funzione fino al 1859.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
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