Skip to content

L’indipendenza Greca (1827-1832)

La battaglia di Navarino fu in realtà il preludio di una guerra russo-turca. La guerra scoppiò nel 1828. La Turchia fu battuta, e il trattato di Adrianopoli la costrinse a riconoscere l’autonomia della Grecia (1829).
Nel 1827, era stato eletto alla carica di governatore della Grecia Giovanni Capodistria, che era stato ministro dello zar. Capodistria, con l’appoggio del partito russo guidato da comandanti di prestigio, come Kolokotronis, e sfruttando lo stato di stanchezza indotto dalla popolazione dalle lotte tra forze delle isole, gruppo del Peloponneso e militari, riuscì ad imporre la sua dittatura personale. La politica estera di Capodistria mirava a far rientrare il nuovo Stato nelle direttive dello zar. In politica interna, Capodistria si dimostrò incapace di risolvere il problema cruciale del momento: la distribuzione ai contadini di terre nazionali, appartenute ai turchi. Il grosso di quelle terre (la metà circa del suolo coltivabile) passò nelle mani dei notabili, mentre per i cinque sesti della popolazione contadina la condizione non mutava da quella che era stata sotto la dominazione turca: niente terra, e stato di dipendenza dai notabili, ricchi proprietari fondiari e appaltatori di imposte. Capodistria cadde alla fine assassinato da due membri della potente famiglia peloponnesiaca dei Mauromichalis (1831).
L’anarchia che ne seguì fornì alle tre potenze “protettrici” il pretesto per imporre la monarchia assoluta, nella persona di un re di loro scelta, Ottone I, principe di Baviera, dopo che, nel trattato del maggio 1832, ebbero ottenuto dalla Porta il riconoscimento dell’indipendenza dello Stato ellenico.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.