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Gadamer – La fenomenologia del linguaggio


La fenomenologia dovrebbe interessarsi alla centralità che il tema del linguaggio ha assunto nella filosofia del secolo. Chi proviene da questa tradizione ha infatti difficoltà a considerare tale tema. D’altra parte, è possibile imparare qualcosa sul linguaggio nella tradizione dei filosofi tedeschi.

Dobbiamo infatti constatare ad esempio le profonde osservazioni di Hegel sul linguaggio. Tuttavia, quando questi fa sul serio con la scienza, non rende giustizia al tema. Come ha osservato Heideg-ger, il linguaggio viene logicizzato in quanto obiettivazione, in quanto intenzione obiettivante.

Occorre dunque capire come mai la fenomenologia, pur avendo portato alla luce il mondo della vita, non abbia poi affrontato tale tema. Solo quando il giovane Heidegger cominciò a parlare del mondeggiare, divenne centrale la problematica del linguaggio. Ciò portò ad una nuova svolta.

Non solo la ragione, ma anche il linguaggio, la linguisticità dell’uomo, può avanzare la pretesa di universalità. In entrambi i casi l’universalità non va confusa con la totalità. Non si tratta di abbrac-ciare tutto lo scibile; così si tornerebbe al concetto classico di ragione delineato dalla metafisica.

Sin da giovane Gadamer si era meravigliato di quanto poco il tema del linguaggio fosse affiorato alla coscienza. Quando con Heidegger imparò a leggere Aristotele, rimase sconcertato nel vedere che la definizione classica dell’uomo non è essere vivente che possiede ragione, bensì essere che ha linguaggio. Grazie ad Heidegger, perfino Aristotele sembrò il fenomenologo ante litteram.

Tratto da LINGUAGGIO di Domenico Valenza
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