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LA SCHIZOFRENIA E I SUOI SINTOMI POSITIVI


Sintomi positivi: allucinazioni, deliri, comportamento bizzarro e disturbo formale del pensiero.
1) LE ALLUCINAZIONI: definite come “false percezioni che si manifestano in assenza di qualsiasi stimolo esterno”. Per essere allucinato lo schizofrenico non ha bisogno di assumere sostanze né dormire o essere febbricitante.
Esistono Allucinazioni uditive: voci che si rivolgono alla persona in vario modo, e le allucinazioni olfattive, tattili e visive (quest’ultime strettamente legate al fenomeno religioso cristiano).
La questione delle allucinazioni è molto legata alla frammentazione, la quale presuppone uno scenario, un teatro e soprattutto nelle allucinazioni olfattive e tattili, che sono periferiche, gli organi esercitano un’attività propria e dissociata dall’organismo, sono “organi senza corpo”. Questo tipo di allucinazioni sono le più difficili da decodificare e spesso hanno a che fare con un fenomeno: le sinestesie-> fenomeno che si presenta quando una stimolazione visiva, uditiva, tattile o olfattiva da origine alla percezione di due eventi sensoriali. Nella sinestesia i nostri sensi creano collegamenti e interferenze.

2) IL DELIRIO: in quanto prodotto del pensiero è espresso soprattutto in forma narrativa, ma nel delirio non c’ il tenor (intenzione espressiva) e il discorso psichiatrico può essere visto come a un tentativo di dare tenor al delirio.
Esistono diverse forme di diliri: deliri di persecuzione, di colpa, di gelosia, di grandezza, mistici.. un delirio che non è tale lo può diventare successivamente, infatti molte persone maltrattate possono poi convincersi di vivere in un mondo di spie e torturatori.
Delirio di gelosia: M.Klain definisce il passaggio dalla posizione schizoide a quella depressiva in base alla consapevolezza che l’oggetto posseduto è perduto per sempre. La gelosia sembra caratterizzarsi come un intenso sentimento di angoscia di fronte a questo fenomeno. La gelosia si può manifestare come:  sentimento di fronte ad un sentimento- un sentimento di fronte a un gesto- in relazione a un’idea: che la persona amata possa avere una relazione con terzi. Quando questa idea si fa strada e diventa una convinzione priva di ogni evidenza, si parla di un DELIRIO DI GELOSIA, il quale può portare però il geloso a trasformare il desiderio in aggressività. “Non c’è niente di più patogeno di un delirio che diventa vero”.
Delirio del corpo: è il maggior punto di contatto tra la schizofrenia e l’isteria, questa sarebbe così una schizofrenia del corpo che nasconde i segni in una psicosi.

3) LA CONDOTTA: elementi che hanno maggior impatto sociale in quanto si manifestano nel contesto pubblico, ma ognuno di noi fa in privato le stesse cose che uno schizofrenico fa in pubblico.

4) DISTURBO FORMALE POSITIVO DEL PENSIERO: secondo Barbetta rappresenta la parte più schizofrenica della schizofrenia, è il deragliamento in cui l’argomento continua a mutare, l’assonanza di un discorso in cui le relazioni tra le parole sono legate ai loro legami di suono, invece che di significato.

Il sintomo si presenta agli occhi della persona che lo porta come un dolore fisico o disabilità del corpo. Lo schizofrenico però non porta spesso sintomi propri, chi si accorge dei suoi sintomi è l’Altro. La schizofrenia si differenzia dall’isteria perché questa porta sintomi che il medico non può trasformare in segni per costruire la diagnosi clinica.
L’isteria è una condizione di sintomi senza segni, la schizofrenia un universo di segni senza sintomi. La schizofrenia si presenta come un disordine dell’intersoggettività, della relazione: “le mie allucinazioni, i miei deliri per me sono veri, sono gli altri che si accorgono che sono deliri”.
Il delirio non proviene dalla natura, dalla natura può provenire solo il sintomo che produce il delirio.
L’Altro è un elemento costitutivo del delirio, il delirio, senza l’Altro, non si da.

Tratto da LO SCHIZOFRENICO DELLA FAMIGLIA di Carla Callioni
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