Skip to content

Gli effetti delle politiche commerciali

Gli effetti delle politiche commerciali


Le politiche commerciali sono provvedimenti di politica economica tesi a influenzare direttamente la quantità di beni e servizi esportata o importata; nella maggior parte dei casi le politiche commerciali difendono le industrie nazionali dalla concorrenza straniera, attraverso dazi e contingentamenti (quote).

Le politiche protezionistiche non influenzano il saldo delle partite correnti, ma condizionano il volume degli scambi. Il nostro modello dimostra che le politiche protezionistiche hanno come unico effetto quello di far apprezzare il tasso di cambio reale, facendo aumentare il prezzo relativo dei beni nazionali e favorendo così le importazioni rispetto alle esportazioni. L’apprezzamento del tasso di cambio reale compensa l’aumento delle esportazioni nette direttamente attribuibile alla politica protezionistica.
La diminuzione degli scambi commerciali è la ragione opposta a una politica di tipo protezionistico poiché il commercio internazionale è attività vantaggiosa per tutti. Le politiche protezionistiche ledono i benefici del commercio internazionale.

Le determinanti del tasso di cambio nominale.
Ricordando che il tasso di cambio nominale è il rapporto a cui vengono scambiate le valute di due paesi, e che il rapporto tra tasso di cambio reale e nominale è:
ε = e × (P/P*)
possiamo riscrivere il tasso di cambio nominale come:
    e = ε × (P/P*)
L’equazione ci dice che il tasso di cambio nominale dipende dal tasso di cambio reale e dal livello dei prezzi nei due paesi. Dato il valore del tasso di cambio reale, se il livello dei prezzi interni P aumenta, il tasso di cambio nominale e. D’altra parte se il livello dei prezzi all’estero P* aumenta, il tasso di cambio nominale aumenta (la moneta nazionale vale di più e si acquista più moneta estera).
Prendiamo in considerazione le variazioni del tasso di cambio nominale nel tempo:
Variazione % di e = Variazione % di ε + Variazione  % di P* - Variazione % di P.
- La variazione % di ε è la variazione del tasso di cambio reale;
- la variazione % di P è il tasso di inflazione interno π.;
- la variazione % di P* è il tasso di inflazione π*
Quindi, la variazione % del tasso di cambio nominale è:
Variazioni % di e = Variazione % di ε + (π* - π)
Dove (π* - π) è il differenziale di inflazione.
La variazione % del tasso di cambio nominale tra le valute di 2 paesi è uguale alla somma della variazione % del tasso di cambio reale e del differenziale dei tassi di inflazione dei 2 paesi.
Se un paese ha un tasso di inflazione elevato rispetto a un altro, un’unità della sua moneta acquisterà nel tempo una quantità progressivamente decrescente di unità monetaria dell’altro paese; viceversa un’unità della sua moneta acquisterà nel tempo quantità progressivamente crescenti di unità monetarie dell’altro paese.
Questa analisi ci mostra come la politica monetaria influenzi il tasso di cambio nominale.
Un caso particolare: la parità del potere di acquisto.
Legge del prezzo unico: lo stesso bene non può essere venduto a 2 prezzi diversi in 2 luoghi diversi nello stesso momento. Tale legge applicata agli scambi internazionali, è detta parità del potere di acquisto: se è possibile l’arbitraggio, una unità di qualunque moneta deve avere lo stesso potere di acquisto in ogni paese. Solitamente la smania di profitto degli arbitraggisti internazionali uniforma il prezzo dei beni.
La minima variazione del tasso di cambio reale produce variazioni notevoli delle esportazioni nette. Questa estrema sensibilità delle esportazioni nette garantisce che il tasso di cambio reale di equilibrio sia sempre prossimo al livello di parità del potere di acquisto.
La parità del potere di acquisto ha 2 importanti implicazioni
- essendo a curva delle esportazioni nette molto piatta, le variazioni del risparmio o degli investimenti hanno un’influenza limitata sul tasso di cambio reale
- essendo il tasso di cambio reale sostanzialmente fisso, le variazioni del tasso di cambio nominale riflettono solo variazioni del livello dei prezzi nei 2 paesi.
La teoria della parità del potere di acquisto individua una delle ragioni per cui le variazioni del tasso di cambio reale nel tempo sono limitate (di modesta entità e di breve durata). Quanto più il tasso di cambio reale si discosta dal livello che garantirebbe la parità del potere di acquisto, tanto maggiore è incentivo a dedicarsi ad attività di arbitraggio internazionale di beni.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.