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I rischi di fallimento della regolamentazione

 Ai rischi di fallimento del mercato si aggiungono i rischi di fallimento della regolamentazione: quelli più rilevante sono la "cattura del regolatore da parte del soggetto regolamentato", la burocratizzazione, un troppo debole stimolo al miglioramento dell'efficienza.
L'azione del regolatore non è solo quella di limitare la concorrenza, ma anche di promuoverla o simularla, laddove sia utile al perseguimento del benessere collettivo. Da questo punto di vista una spinta significativa viene dalla normativa comunitaria che sostiene come suoi capisaldi sia il principio del non intervento nel mercato, che quello della tutela del benessere collettivo. Si deve dunque attuare una regolamentazione per la concorrenza e non una regolamentazione della concorrenza.
La concezione classica di organizzazione monolitica, unitaria e relativamente indipendente dagli attori operanti nel contesto di riferimento è destinata a perdere validità. L'idea della rete nasce nel mondo delle imprese private, in seguito ad una valutazione di convenienza, combinata con la possibilità di conseguire vantaggi sia dall'uso della rete che dal suo ampliamento. E' da chiedersi se tale logica possa essere trasferita al settore pubblico, dove le valutazioni di convenienza devono essere mediate dal prevalere dell'interesse collettivo. Comunque è innegabile che anche il pubblico si sta muovendo ormai verso uno sviluppo reticolare. Le caratteristiche auspicabili dovrebbero essere (e non sono di certo quelle tradizionali delle PA):

- grande capacità di elaborazione strategica
- elevata flessibilità e velocità decisionale
- significativa capacità di gestire una mole rilevante di informazioni
Al tempo stesso un'influenza rilevante avrà la trasformazione del quadro istituzionale (raccordo tra poteri statali, regionali e locali), che anche se già in parte modificato, deve ancora percorrere un lungo cammino.
Inoltre fondamentale sarà il tema delle alleanze, ovvero i rapporti continuativi e duraturi con alcuni soggetti del contesto di appartenenza, che presuppongono l'esistenza di un disegno integrato e condiviso di sviluppo.

Tratto da MANAGEMENT PUBBLICO di Giulia Dakli
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