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Il mutamento sociale


Si parla di mutamento sociale quando un’istituzione sociale o un modello di ruoli sociali cambiano all’interno dell’organizzazione di una società. Non si fa riferimento al mutamento sociale per quanto riguarda quei mutamenti di lieve portata, che si possono verificare nei piccoli gruppi, bensì quando avvengono mutamenti significativi nei sistemi sociali più vasti, tali da portare un cambiamento di una certa rilevanza nei comportamenti degli individui.

Le teorie del mutamento sociale.
La teoria lineare. Per i primi sociologi gli uomini e la società sono rivolti verso un progresso continuo; la meta è una fase finale di perfezione raggiungibile dopo l’attraversamento di gradi definiti di evoluzione, fasi caratterizzate sempre da una maggiore complessità.
Nel diciannovesimo secolo, con Comte sono cominciati i tentativi di una vera analisi del mutamento sociale, fenomeno divenuto più evidente dopo la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale.
Si è cercato di capire le cause e la direzione dei cambiamenti sociali e appunto con Comte viene teorizzata una dinamica sociale, una teoria del cambiamento atta a scoprire le leggi che determinano i movimenti della società. Oltre a Comte tra i fautori della teoria evoluzionistica lineare della società i più significativi sociologi sono Spencer e Marx mentre Pareto e Sorokin sono i sostenitori della teoria ciclica.
La teoria universale. Questa teoria ritiene che il genere umano segua una tendenza volta verso il progresso, ma non riconosce, a differenza della teoria lineare, che le società attraversino necessariamente determinati stati fissi: la cultura non si svilupperebbe secondo fasi determinate, ma si evolverebbe a balzi, via via che nyove fonti di energia vengono utilizzate.
Secondo la teoria universale, le nuove tecnologie ed i cambiamenti che si determinano non sono circoscritti a una sola società, ma diventano patrimonio anche delle altre società che partecipano al progresso. Secondo i fautori di questa teoria, tutto il genere umano raggiungerà più alti livelli di integrazione e formerà una singola organizzazione politica che comprenderà l’intero pianeta, l’intera razza umana, e ciò porterà come conseguenza una maggiore concentrazione di potere e di controllo.

Fonti del mutamento.
Le scoperte, le invenzioni e la loro diffusione sono processi che portano al cambiamento culturale.
La scoperta è la percezione di un aspetto della realtà che già esiste; l’invenzione invece è la combinazione o l’uso innovativo di conoscenze esistenti per produrre qualcosa che non esisteva; infine il propagarsi di elementi culturali da una cultura all’altra costituisce la fonte della maggior parte dei cambiamenti culturali.
Le invenzioni, le scoperte e la diffusione dei tratti culturali entrano a far parte di una cultura soltanto se vengono accolte dalla società in questione e condivise dai suoi membri.
Condividendo la teoria universale, William Ogburn, pone l’accento sul ruolo dell’invenzione nel fenomeno del mutamento sociale: ogni invenzione è un passo avanti determinato da una nuova combinazione di elementi già presenti nella base culturale. Il processo di invenzione non è tanto determinato dall’abilità del singolo individuo, ma dalla base culturale costituita dall’accumulazione delle forme culturali. NB: Ogburn accetta il concetto di eredità culturale e considera l’evoluzione sociale principalmente come evoluzione culturale (evita di sopravvalutare i fattori biologici).

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA di Alessia Chiovaro
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