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Morbo di Crohn


Infiammazione cronica granulomatosa ad evoluzione sclero-cicatriziale che colpisce il tubo digerente dalla bocca all’ano in modo segmentario. Il tratto interessato più frequentemente dalla malattia è l’ileo terminale (che assorbe i sali biliari e la vitamina B12). Le cicatrici sono ponti fibrosi che tendono a chiudere il lume intestinale. L’infiammazione interessa tutto lo spessore della parete del viscere con fissurazioni (microlesioni), stenosi (restrizione dell’intestino che porta all’occlusione), ascessi (raccolta di pus che si forma in seguito all’infezione), fistole (si forma quando l’ascesso buca la sierosa o pareti di altri organi con cui comunica). Il meso (grasso in cui scorrono i vasi che portano sangue all’intestino) del tratto malato risulta ispessito.

Quadro clinico
Diarrea mucosa (a volte ematica), febbricola, malassorbimento. In seguito si evolve in stenosi, ascessi, fistole perianali, malassorbimento di sali biliari e vitamina B12. L’organismo reagisce delimitando l’ascessi con tutti gli organi. I sintomi di malassorbimento di sali biliari possono essere due: dimagrimento o litiasi della colecisti (infatti, a seguito della perdita di sali biliari con le feci, l’organismo rimedia producendo sali biliari in eccedenza, determinando calcolosi della colecisti).
La problematica principale nel paziente con Morbo di Crohn che presenta sanguinamento è l’individuare il tratto su cui intervenire chirurgicamente, poiché la perdita di sangue può verificarsi a qualsiasi livello, dall’esofago all’ano.

Terapia
Steroidi (cortisone), 5 ASA (immunomodulatore), metronidazolo (antibiotico attivo sui batteri anaerobi e quindi dell’intestino), nutrizione parenterale totale (quando è necessario che il paziente rimanga a digiuno), chirurgia. Gli interventi chirurgici che determinano la perdita anatomica ai fini dell’assorbimento di parte del tenue fanno sì che si verifichino alterazioni dell’assorbimento intestinale in senso riduttivo. In condizioni normali, non tutti i 7-8 metri di intestino lavorano pertanto piccole resezioni intestinali (30-40 cm) sono ininfluenti sulla funzione assorbente grazie alla capacità di adattarsi dell’intestino; se le restrizioni intestinali sono maggiori oppure minori ma frequenti allora si parla di Sindrome da intestino corto.

Tratto da MEDICINA E CHIRURGIA di Lucrezia Modesto
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