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Esistenza di una varietà di lingua e di lessico


Anche il parlante comune si rende conto che esiste un centro del lessico, un nucleo di parole che ogni membro di una comunità linguistica non può non sapere. Allo stesso modo, è facile rendersi conto che il lessico cambia più rapidamente della sintassi e della fonetica. Abbiamo così parole che appartengono a varietà diacroniche, nei dizionari etichettate come arc(aiche) o ant(iquate).

Vi sono poi parole che appartengono a varietà diatopiche, cioè usate in particolari zone del paese, e diafasiche, cioè legate all’uso funzionale o contestuale e in particolare ai sottocodici che dipendono dall’arfomento di discorso e ai registri legati invece al destinatario del messaggio.

Nei dizionari le etichette di registro (pop(olare)) veicolano anche informazioni relative a varietà diastratiche, cioè legate alla stratificazione sociale in classi e gruppi. Teoricamente bisognerebbe avere due serie di abbreviazioni, una per i registri dello scritto e una per l’orale: succede infatti che quanto suona popolare parlato, risulti volgare se scritto. Vi sono infine abbreviazioni come iron(ico) o enf(atico) che segnalano la cristallizzazione di un uso stilisticamente connotato della parola.

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