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Le proposte di procedura elettorale uniforme del Parlamento Europeo

Con l'Assemblea del Consiglio d'Europa viene introdotta per la prima volta l'idea di un'autorità politica europea e di una possibile graduale integrazione del continente (metodo funzionalistico). L'Assemblea esamina il lavoro delle varie commissioni e del Comitato dei ministri. Il principio generale della rappresentanza si basa sull'idea che non c'è democrazia senza mediazione, di cui i partiti sono lo strumento principale.
Dal 1951 è stata prevista l'elezione a suffragio universale del Parlamento Europeo secondo una procedura uniforme. Questa fu realizzata con l'Atto del 1976 e applicata nelle elezioni del 1979, ma ancora non si è riusciti ad adottare una procedura comune. » comunque il principio proporzionalistico a prevalere, tranne che in Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Finchè non ci sarà una procedura elettorale uniforme non ci sarà una struttura unitaria politica a base democratica.
Altri problemi fondamentali ancora non risolti riguardo al Parlamento Europeo sono:
- il problema del doppio mandato e le sue ripercussioni negative sul funzionamento del Parlamento Europeo;
- il problema circa la democraticità o meno dell'utilizzazione delle preferenze nelle elezioni;
- il problema delle soglie.
Una prima proposta di procedura elettorale uniforme, la proposta Seitlinger, è stata votata nel 1982, ma è fallita a causa dell'opposizione della Gran Bretagna. La seconda è stata la proposta Bocklet del 1985, che è fallita invece a causa dell'opposizione del Consiglio dei Ministri. Infine è fallita anche la proposta De Gucht del 1992. Risulta molto difficile risolvere questa situazione. Visto che il ruolo del Parlamento Europeo è ancora molto limitato, i partiti nazionali hanno generalmente un atteggiamento superficiale e discontinuo nei suoi confronti. Un elemento di forza del Parlamento Europeo è il vincolo dei deputati all'adesione ad un gruppo politico non nazionale, ma bensì ideologico. » però indubbio che per quanto riguarda le questioni di vitale importanza i gruppi continuano a seguire interessi nazionali più che ideologici.
    I trattati istituitivi non prevedevano una politica estera e di sicurezza comune (CPE), ma presto ci si è resi conto della sua necessità. Si è cercato dunque un compromesso unendo istituzioni comunitarie che operano nel rispetto del principio dell'integrazione con la periodica realizzazione di riunioni al vertice dei capi di stato e di governo (Consiglio Europeo) basate invece su una visione confederale intergovernativa. Il Consiglio Europeo determina un impulso politico generale e definisce le linee direttrici della politica europea. L'introduzione della politica estera e di difesa e dei diritti dell'uomo nelle sfere di competenza europee è avvenuta con la Dichiarazione Solenne sull'Unione Europea durante il Consiglio Europeo di Stoccarda del 1983.

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