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Le forme e gli elementi della conoscenza: come classificarli

Il cervello e i sensi colgono strutture stabili che si ripetono, dette Gestalt o forme. Così identifichiamo oggetti concreti ma anche relazioni e situazioni astratte che si ripetono. Questi diventano concetti, gli elementi costitutivi della conoscenza. Un concetto è definito da un insieme di caratteristiche; è un'unità di conoscenza composta dall'unione di elementi singoli di conoscenza. Una campana è un concetto (recipiente concavo, utilizzata come strumento sonoro, normalmente di metallo...). Per condividere la conoscenza le persone esprimono i concetti con dei termini. Molti termini coincidono con singole parole, altri no. I concetti si possono organizzare in diverse strutture.
Individuata una serie di concetti, come li disponiamo in un ordine significativo? Secondo Ranganathan per organizzare la conoscenza va individuata una successione, che dipende comunque da quello che vogliamo fare. Identifica otto principi che si possono applicare in sequenza:
- sequenza nel tempo
- nell'evoluzione
- contiguità spaziale
- misura quantitativa
- complessità
- successione canonica
- garanzia bibliografica
- sequenza alfabetica.
I primi cinque riguardano caratteristiche intrinseche agli oggetti da organizzare (i più antichi precedono i recenti ecc). Esempi: se dobbiamo disporre in ordine tutti i laghi europei partiamo dal terzo principio e scegliamo ad es. da ovest ad est. Gli ultimi tre principi riguardano situazioni contingenti esterne agli oggetti. Molti siti web ad es. usano l'ordine alfabetico per elencare le loro classi.

Quando nel nostro PC c'è confusione creiamo cartelle per raggruppare documenti. Si crea così una gerarchia. Le cartelle qui le chiamiamo classi in cui raggruppare unità di conoscenza affini. Qui partiamo dal basso verso l'alto (approccio a posteriori) raggruppando singole unità in classi. Se le classi aumentano le raggruppiamo in cartelle di ordine superiore. L'approccio dal basso verso l'alto rispetta il principio della garanzia bibliografica: per un gruppo d oggetti creiamo una classe solo quando diventano abbastanza numerosi. Un approccio a priori, ossia dall'alto verso il basso, comincia invece dall'immaginare dall'inizio tutte le conoscenze da organizzare e come suddividerle. Sono due approcci che spesso coesistono e son entrambi utili. Avendo tante classi possiamo formare un albero gerarchico contrassegnando ogni suo nodo con una notazione decimale. La suddivisione gerarchica è una pratica che si trova già nel libro delle mutazioni cinese, dove si dice che l'unità del mondo si compone di due parti, la terra (tratto spezzato - quiete) e il cielo (tratto continuo - movimento). Terra e cielo poi si suddividono a loro volta. Sostituendo i tratti con le cifre si arriva al diagramma dei 64 esagrammi, ottenendo una classificazione binaria che funziona in modo analogo alla DDC - classificazione decimale di Dewey:

0 terra, quiete
  00 morbidezza
    000 acqua
    001 fuoco
  01 durezza....

Logicamente le gerarchie esprimono relazioni generiche, ossia quelle tra un genere di oggetti e le sue possibili specie. Per controllare se la gerarchia generi-specie è corretta possiamo utilizzare la prova del "tutti-qualche": la relazione è generica se si può dire che tutti gli abeti sono conifere e che qualche conifera è un abete. Ci sono poi relazioni quasi generiche: la gerarchia vale solo in particolari circostanze ma non fa parte dell'essenza degli oggetti (se Luca sale su un treno appartiene alla classe dei passeggeri, solo fino a quando non scende. Non è passeggero nell'essenza). Passeggeri – Luca = relazione quasi generica. Genere umano – Luca = relazione generica. Il CRG ha individuato un altro tipo di relazione, la relazione partitiva (il manubrio è parte di un intero, la bicicletta). Un abete è invece un TIPO di conifera. comunque gli oggetti composti di parti formano sistemi più o - complessi. Le parti di un sistema possono poi interagire in modo più o meno stretto. Sistemi le cui parti non son collegate in modo stretto si dicono aggregati (lupi di un branco). Quando invece si perde l'identità delle parti si ottiene un integrato. Gli integrati in natura posson essere disposti in un serie di livelli di integrazione, dagli atomi alle società.

In ambiente informatico si parla spesso di categorie = le classi di un schema, soprattutto quelle principali.

Definizione di categoria:

tipologia generale in cui posson venire raggruppati i concetti da un punto di vista logico. Es. le categorie familiari sono: oggetto inanimato, animato, azione, proprietà ecc.

Aristotele individua il più classico insieme di categorie: sostanza, quantità, qualità, relazione, azione, patire, luogo, tempo, avere, stare. Relazionando concetti appartenenti a categorie diverse si ottengono concetti composti. I singoli concetti son chiamati talvolta isolati (madras = isolato; agricoltura : madras è un composto). Quasi tutti i concetti appartengono a certe categorie e i loro composti son formati da combinazioni di queste. Es. se parliamo di agricoltura incontreremo sempre categorie come piante coltivate, fasi della coltivazione ecc.

Le categorie tipiche di una certa disciplina furono chiamate da Ranganathan faccette, dall’inglese facet = aspetto. Così il contenuto di un documento si può descrivere come un combinazione di faccette. Ad esempio possiamo chiamare le faccette dell'agricoltura: piante-organi-fasi-stagioni-regioni-strumenti. Quindi analizzando i concetti di una disciplina si determinano le faccette. Possiamo ricondurre le faccette specifiche di una disciplina a categorie fondamentali che hanno a che fare con le categorie generali della realtà. R scelse queste 5 categorie fondamentali: Personalità (es. piante) -- Materia o proprietà (es. organi - parti di un pianta)-- Energia (fasi) -- Spazio (stagioni)-- Tempo (regioni). E gli strumenti? secondo Ranganathan alcune categorie possono ripetersi in cicli. Da un faccetta di energia può dipendere un nuova personalità, un nuova materia ecc. Diciamo dunque ad es. che gli strumenti sono una personalità delle fasi. Il CRG ha individuato 13 categorie.

Classificazione a faccette:

un volta identificate le faccette del settore di cui ci stiamo occupando, per ogni documento da classificare vediamo se ciascuna faccetta assume qualche particolare valore. Se voglio classificare "raccolta del riso in India" scompongo il soggetto in faccette: raccolta è una fase delle coltivazioni (operazioni = energia), riso una pianta, india una regione. i valori che una faccetta può assumere nei diversi documenti (riso, grano ecc) si dicono suoi fuochi.  La faccetta stagioni può avere per fuochi estate, inverno; o stagione secca, stagione delle piogge...se nel nostro documento non c'è non fa nulla.

Il generico va prima dello specifico negli elenchi:
Riso : raccolta : India
Riso : raccolta : India : stagione per

Dopo aver scomposto un documento in faccette possiamo anche ricombinare gli isolati secondo un ordine significativo. Se utilizziamo gli isolati come sono essi funzioneranno solo come parole chiave. E' l'indicizzazione post-coordinata, la cui combinazione di concetti si compie solo al momento della ricerca. Ma possiamo anche specificare i rapporti sintattici tra elementi. Le ricerche di Ranganathan dicono che conviene elencare per prima la faccetta dell'oggetto o persona che subisce l'azione, seguita dalle eventuali sue proprietà e specificazioni, poi dall'azione, ossia le faccette di processi e operazioni, quindi dai soggetti delle azioni (agenti) e infine dal contesto spazio-temporale.

Ordine delle citazioni standard:

- personalità: materia: energia: spazio: tempo
- postini: trimestrali: mordere: cani: ambulatori veterinari (un cane ha morso un postino mentre erano in un ambulatorio veterinario).

Tale ordine risponde a un concretezza decrescente. Siccome il generico precede lo specifico, dovendo ordinare queste due le mettiamo così, perché la faccetta di azione si considera più generica:
1) postini:mordere
2) postini:trimestrali

Principio di inversione:

se parlo di una singola voce, le proprietà precedono le azioni. Se ce ne sono due, viceversa.

Con l'analisi a faccette possiamo dunque scomporre il contenuto di un documento secondo gli aspetti tipici del settore disciplinare in questione. Le relazioni di coordinazione tra queste faccette sono relazioni sintattiche, ossia relative alla logica secondo cui le faccette son combinate; esse si aggiungono alle relazioni semantiche, implicite nella definizione di un concetto (es. genere-specie / Luca è per definizione un essere umano). Terzo tipo di relazioni, riguardo il rapporto tra discipline diverse: relazione di fase.  Le faccette son utili quando abbiamo basi di dati molto grandi.

Tratto da ORGANIZZARE LA CONOSCENZA di Dario Gemini
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