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Catarsi e cervello nella filosofia antica



Per galeno il cervello è l'acropoli dell'uomo, non il cuore. La corrispondenza macrocosmo microcosmo porta a vedere nel pneuma lo spirito-respiro divino, e quindi nella nostra respirazione è una partecipazione a questo respiro. E' importante agire sul respiro per giungere volontariamente al silenzio dei sensi. C'erano esercizi come accelerare o ritenere il respiro, e la ritenzione era finalizzata a un rilassamento. Non abbiamo testimonianze precise che nell'antichità la pratica di esercizi respiratori avesse anche finalità spirituali. Alcuni trovano allusioni in Empedocle. Comunque i risultati cui in età arcaica si perveniva utilizzando tecniche psicofisiche trasmesse dalla tradizione mistico-religiosa, furon considerati dalla successiva medicina come casi limite. Vi sarebbe dunque un legame antico tra religione, esercizi ginnici e oratoria, ipotizzando che i secondi e terzi si originino dai primi. La terminologia indica delle connessioni che ruotan attorno a 2 nozioni: purificazione (katharsis) prodotta dall'esercizio, e quella di residuo, rifiuto organico da eliminare ai fini della salute.  Osserviamo quindi che c'un ambito in cui confluiscono e da cui si dipartono tutte le linee legate agli elementi esaminati: il pitagorismo antico. La katharsis è tema tipico dei pitagorici..comunque ci sono elementi per collegare, secondo Debru, esicasmo a filosofia antica: l'esercizio di rallentamento e ritenzione del respiro, l'aumento di calore interno causato dal pneuma, l'asciugamento dell' umidità interna come katharsis del corpo e dell'anima, la ritenzione del respiro connessa a particolari posizioni del corpo, ecc...

Tratto da ORIGINI GRECHE DELL'ESICASMO di Dario Gemini
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