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Una questione di pelle


Il senso del tatto è il primo a svilupparsi nell’embrione umana, riguarda tutta la superficie umana ed è dotato di migliaia di ricettori. Il travaglio umano è equivalente al grooming degli animali ed è rappresentato dal bonding (processo di formazione del legame bambino – genitore fra il corpo nudo della madre e quello del neonato). La nostra pelle riflette il nostro stato psicofisico e contribuisce a determinarlo. Montagu ha usato la dimensione delle esperienze cutanee per comparare culture diverse. I piccoli del terzo mondo sono tenuti più a lungo in contatto col corpo della madre e interiorizzano un rapporto più disteso con le loro emozioni e la propria sessualità. Ciò accade al contrario nel mondo anglosassone, dove si esclude l’esternazione di emozioni quali il pianto. L’educazione, la crescita e il benessere sono una questione di pelle ma sono compromessi dal tabù del contatto fisico in educazione. La presa di coscienza di questa latenza è all’origine del successo di persone quali Munari, che propone libri e ambienti tattili, da esplorare affidandosi alle sensazioni epidermiche.

Tratto da PEDAGOGIA DEL CORPO di Adriana Morganti
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