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Pellegrinaggio tra periodo romanico e gotico



Nel pellegrinaggio si sa di rischiare la vita, ma lo si fa. Gli uomini ereditano dalle loro ascendenze barbare una certa propensione al nomadismo, spostandosi in continuazione. La nozione di domicilio, cara oggi, sfuggì a lungo agli spiriti medievali. Oddone di cluny, ad es, attraversa più volte le Alpi. I santi diventano trascinatori di uomini e moltiplicano il fervore delle manifestazioni collettive. Il pellegrino del medioevo è avido di visioni e spettacoli.
Aspetti principali della “disponibilità alla Grazia” dell’uomo medievale: una candida ingenuità ed il credito al meraviglioso nelle sue varie espressioni. Il moltiplicarsi dei santuari regionali permette ad ognuno di soddisfarsi. Grandi pellegrinaggi come quello alla Maddalena di Vezelay patiscono così di disaffezione. Ma sembra si rinnovino alcune devozioni popolari, come quella dell’imitazione di Gesù Cristo. Tommaso da kempis scrive di molte persone che accorrono nei luoghi santi, e baciano le reliquie…Si risvegliano, e siamo attorno al XV secolo, il nomadismo, l’errare e il vagabondaggio, ed il pellegrinaggio assieme.
I periodi quindi sono 3: periodo romanico – periodo di passaggio (pellegrinaggio intiepidito) – periodo gotico.

Tratto da PELLEGRINI DEL MEDIOEVO di Dario Gemini
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