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L'influenza del Giappone a inizio '900


La vittoria del Giappone sulla Russia ebbe l’importante effetto di dare un poderoso impulso alle lotte nazionali e anticoloniali dei popoli asiatici. Fu soprattutto la Cina a subire l’influenza del vicino Giappone. Ormai screditata la dinastia Manciù, dimostratasi incapace di promuovere un priocesso di riscossa nazionale simile a quello realizzato in Giappone con la “restaurazione meiji”, fallita disastrosamente la rivolta dei boxers, si aprì la strada per l’effermazione di un movimento di ispirazione democratica alternativo al potere imperiale. Nel 1905 un medico, Sun Yat-Sen, fondò un’organizzazione segreta, il Tung-meng-hui, basata sui tre principi del popolo: indipendenza nazionale, democrazia rappresentativa e benessere del popolo. Nell’ottobre del 1911, la decisione del governo di affidare a imprese straniere il controllo della rete ferroviaria cinese, provocò una serie di sommosse e l’ammutinamento di alcuni reparti dell’esercito. Nel Gennaio 1912 un’assemblea rivoluzionaria dichiarava decaduta la dinastia Manciù ed eleggeva Sun Yat-Sen alla presidenza della Repubblica. Il più antico impero del mondo clrollava così ingloriosamente, ma la nuova Repubblica era destinata a una vita quanto mai travagliata: il fragile compromesso tra le forze democratiche organizzate nel nuovo partito nazionale (Kuomintang) e i gruppi conservatori si ruppe nel giro di pochi mesi. Nel 1913 il nuovo presidente sciolse il Parlamento, mise fuori legge il Kuomintang, costrinse Sun Yat-Sen all’esilio e instaurò una dittatura personale. Cominciava per la Cina una lunga stagione di guerre civili che si sarebbe conclusa solo nel 1949 con la vittoria della rivoluzione comunista.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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