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Rinforzo e dipendenza da sostanze


L’induzione della dipendenza da parte di una sostanza è subordinata alla capacità della stessa di causare, dal punto di vista psicologico, un rinforzo.
Il rinforzo positivo si verifica quando, in una certa situazione, il comportamento è seguito da stimoli appetitivi, cosicché nella stessa situazione quel comportamento diventa più frequente.
Il rinforzo è un fenomeno conservato tra le specie, dipendente dall’apprendimento di comportamenti motivati, che sono legati alla sopravvivenza. Tali comportamenti comprendono le attività parentali e nutritive e l’attività sessuale/riproduttiva, ed hanno come ricompensa naturale o gratificazione, il piacere psicofisico che risulta dalla loro messa in atto.
I circuiti cerebrali della ricompensa comprendono neuroni sottocorticali telencefalici appartenenti al sistema limbico, che utilizzano dopamina e noradrenalina, e innervano i centri cerebrali preposti al controllo degli equilibri fisiologici e del comportamento emozionale e motivazionale.
Tutti gli stimoli naturali di rinforzo causano l’attivazione del sistema dopaminergico mesolimbico, e al suo interno del nucleo accumbens. Il rilascio di dopamina in tale struttura determina uno stato di attivazione e di benessere a livello psicofisico che produce il rinforzo dei comportamenti utili alla soddisfazione dei bisogni organici e induce in tal modo l’individuo a ripeterli.
Gli stimoli e i comportamenti gratificanti presentano due componenti, una preparatoria incentivante e una consumatoria. La prima, di tipo appetitivo, è caratterizzata da aspetti sensoriali specifici che identificano gli stimoli gratificanti e rappresenta la fase nella quale si prepara l’azione e si ricerca il comportamento. L’idea dominante della componente incentivante del comportamento motivato è ottenere la gratificazione della fase seguente. Questa componente è definita ergotropa ed è caratterizzata da attivazione del catabolismo, dell’attività motoria, del tono simpatico e della vigilanza; essa è direttamente controllata dal sistema dopaminergico mesolimbico, responsabile dell’aumento del livello di vigilanza e dell’attivazione motoria necessari all’approccio del comportamento gratificante.
La componente consumatoria del comportamento motivato è associata al consumo del comportamento approcciato e al benessere generato dal raggiungimento dell’obiettivo. Essa è detta trofotropa e dipende dal contatto diretto con lo stimolo compensante e dall’induzione di risposte fisiologiche che producono un notevole grado di sedazione psicofisica, anabolismo e attivazione del tono parasimpatico. Tale fase è sotto il controllo di sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergico e endorfinegico.
Poiché l’atto rinforzato è quello compiuto immediatamente prima dell’effetto appetitivo, ai fini dell’apprendimento del comportamento motivato e quindi della sopravvivenza dell’individuo, è necessaria la tempestiva associazione tra le due fasi.
E’ impossibile apprendere la prima fase se essa non è subito seguita dalla seconda; ed è impossibile proporre soltanto la fase di sedazione se non si associa con la fase appetitiva.
Le sostanze d’abuso possono essere considerate come surrogati degli stimoli gratificanti naturali.
Queste sostanze hanno proprietà incentivanti e motivazionali, attivando comportamenti compulsivi di tipo appetitivo.
Le sostanze che causano dipendenza, comprese l’eroina e gli altri oppiacei, la cocaina, le anfetamine, la nicotina, l’alcol, i derivati della cannabis, inducono il rilascio di dopamina nell’accumbens e ne aumentano il tono dopaminergico come gli stimoli naturali, ed hanno effetti di attivazione dei comportamenti di approccio e consumo.
Le droghe inducono quindi all’interno del SNC uno stato di attivazione motivazionale che ne farà proseguire l’utilizzazione.
Il rinforzo negativo si verifica quando un particolare comportamento riduce uno stimolo avversivo, tale cioè da causare malessere o disagio. Se l’avvicinamento all’uso di una sostanza psicoattiva può essere determinato dalla necessità di sfuggire situazioni di dolore e sofferenza causati dal rapporto con l’ambiente e i propri simili, lo sviluppo della tossicodipendenza, con l’esperienza dei disturbi tipici della fase di astinenza induce l’individuo ad assumere nuovamente la sostanza per farli scomparire. Ambedue questi fenomeni producono rinforzo negativo.
Oltre al rinforzo, altre situazioni possono indurre il consumatore a ricercare la sostanza d’abuso. Lo stress sembra innescare il comportamento di ricerca e assunzione attraverso la secrezione ipotalamica del fattore di rilascio della corticotropina (CRF), un neuropeptide direttamente responsabile della risposta dell’organismo alla situazione stressogena e coinvolto negli effetti avversivi dell’astinenza da numerose sostanze d’abuso.
Lo sviluppo della tossicodipendenza dipende da caratteristiche individuali, che possono essere ascritte a componenti genetiche e ambientali. Le influenze genetiche sulla propensione all’assunzione e alla dipendenza da alcolismo o nicotina o abuso di cocaina e cannabis, spesso in associazione con particolari tratti di personalità, sono studiate da alcuni anni.
Oggi è accertato che esistono tratti genetici che predispongono all’avvicinamento alle sostanza d’abuso e allo sviluppo della tossicodipendenza.

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