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I trascendentali nella filosofia medioevale



Sono quelle proprietà dell’essere che trascendono le categorie e lo qualificano  in quanto tale, cioè in generale. Da Tommaso in poi essi indicano le nozioni che specificano il concetto di ente. Alla base della definizione dei trascendentali, sta la tesi secondo cui, così come il concetto di ente è quello che possiede maggiore universalità, così anche le sue proprietà trascendono in generalità le categorie e i predicabili. Tommaso enumera cinque trascendentali dell’essere: res, unum, aliquid, verum bonum. In effetti però essi si riducono a tre poichè res è sinonimo di ens e quindi di essere e aliquid implica l’unum in quanto quest’ultimo in quanto uno si dice di una cosa considerata in se stessa. Ogni ente allora sarà vero in virtù del fatto che risulta intrinsecamente intelligibile per il suo rapporto diretto di dipendenza dall’intelletto divino che non può che essere Vero. Inoltre ogni ente è buono secondo Tommaso perché dipende dalla volontà di Dio e risulta una perfezione di bene desiderabile dall’uomo. Il vero allora sarà legato all’intelletto e al suo rapporto con l’essere, mentre il bene riguarderà il rapporto tra volontà ed essere.

Tratto da QUESTIONI FILOSOFICHE MEDIOEVALI di Carlo Cilia
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