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I peace research e i security studies


L’ispirazione cosmopolitica e solidarista soprattutto per quanto concerne l’idea di indivisibilità della pace sopravvivrà alla crisi delle concezioni giuridiche e sociologiche della sicurezza collettiva trovando espressione nelle varie generazioni di studiosi che daranno vita alla scuola della peace research la quale ambisce a realizzare la pace attraverso l’influenza delle istituzioni globali. La nozione fondamentale di questa scuola non è di sicurezza ma di pace, di cui viene sottolineato il valore normativo, assente nei sicurity studies i quali vengono invece accusati di essere caratterizzati di una distorsione teorica con implicazioni di auto adempimento. La pace deve essere intesa come realizzazione di tutte le potenzialità umane.

L’assunto di base è che le istituzioni possono fornire informazioni, ridurre i costi di transazione, rendere più credibile l’impegno, stabilire punti focali per il coordinamento e facilitare le operazioni di reciprocità: esse riducono l’influenza della condizione strutturale anarchica del sistema internazionale. Secondo questa prospettiva anche nel campo della sicurezza possono emergere dei regimi internazionali. La presenza di un tipo di cooperazione internazionale che può essere definita regime implica che a distribuzione della potenza tra gli attori del sistema internazionale non determini in maniera diretta i risultati dell’interazione: essa presuppone che il legame tra il potere materiale e il risultato dell’azione sia mediato e indiretto, garantendo uno spazio autonomo di intervento alla scelta, alla creatività e al vincolo istituzionale, sino alla costruzione di regimi.
Affinchè si possano formare dei regimi di sicurezza devono essere soddisfatte 4 condizioni:
1. la volontà delle grandi potenze di muoversi in un ambiente regolato e di conseguenza un certo livello di soddisfazione riguardo lo status quo e ai mutamenti che è possibile ottenere senza ricorso all’uso o alla minaccia di una guerra illimitata
2. la convinzione degli attori che tutti condividano la stessa attribuzione di valore rispetto alla cooperazione e alla sicurezza reciproca
3. l’assenza di attori che credano che la sicurezza sia garantita meglio attraverso l’espansione
4. l’idea che la guerra e il perseguimento individualistico della propria sicurezza siano molto costosi

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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