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Importanza della sicurezza per le dottrine realiste


La struttura anarchica del sistema, l’impossibilità di prevedere con ragionevole certezza l’intenzione e i comportamenti altrui e il fatto che gli stati hanno sempre qualche capacità militare offensiva, sono alla radice dell’importanza che la sicurezza ha per le dottrine realiste. Il realismo classico si concentrava sugli stati e assegnava al loro animus dominandi il ruolo di forza trainante nelle politica internazionale.
Il realismo strutturale invece, oltre a privilegiare il livello di analisi sistemico non presuppone un’intrinseca aggressività delle grandi potenze. In virtù di ciò esso è stato definito anche come realismo difensivo e ha fatto osservare come soprattutto nella teoria di Waltz sia presente un certo pregiudizio a favore dello status quo. In realtà non solo Wltz ma anche Aron è consapevole degli effetti destabilizzanti del dilemma della sicurezza, notando che il tentativo da parte di una grande potenza di acquisire un potere eccessivo può rivelarsi controproducente e favorire il sorgere di coalizioni antiegemoniche che ridurrebbero quella stessa grande potenza in una condizione di maggiore insicurezza rispetto alla situazione originaria.
Ma quando il potere diventa eccessivo? Se fosse possibile determinarlo a priori si avrebbe la possibilità di uscire dalla trappola del dilemma della sicurezza. A partire da questa possibilità, John Mearsheimer definisce il suo un realismo offensivo per cui le grandi potenze si comportano aggressivamente non perché vogliano farlo ma perché sono costrette a cercare più potere se vogliono massimizzare la probabilità di sopravvivenza, dato che a differenza di ciò che sostiene Waltz, il sistema internazionale spinge a cercare occasioni per guadagnare potere a spese dei rivali e ad approfittare di tali occasioni quando i benefici superano i costi. Secondo questa prospettiva il fine ultimo dello stato è diventare egemone sul sistema perché questo è il miglior modo per garantirsi la sicurezza eliminando ogni possibilità di sfida da parte di un’altra grande potenza.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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