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Limiti della teoria dei giochi classica

I criteri di razionalità della Teoria dei giochi classica si rivelano tanto più inadeguati quanto più:
il gioco si fa complesso
ci si propone di utilizzare lo schema formale della disciplina per la costruzione di modelli di situazioni interattive reali, attraverso i quali spiegare, prescrivere o addirittura prevedere
ricerche empiriche hanno evidenziato una razionalità limitata da parte degli attori, secondo cui essi non mirano ad ottimizzare i risultati rispetto a tutte le alternative possibili, ma piuttosto tendono a raggiungere risultati reputati soddisfacenti, in base a criteri personali o sociali. Questo tipo di razionalità non richiede la conoscenza di tutte le opzioni possibili, poiché è sufficiente che il decisore confronti una ad una quelle note con i suoi criteri di soddisfazione e scelga la prima che li soddisfa.

In caso di reiterazione = giocare un gioco più volte, il dilemma del prigioniero dà un esito diverso. È questa la teoria del supergame di Axelrod: giocando più volte si tende ad aumentare la fiducia  c’è un incentivo alla cooperazione, che porta alla situazione Pareto-ottimale CC.
NB: i prigionieri non sanno per quante volte il gioco verrà ripetuto, altrimenti ognuno si comporterebbe come se il gioco fosse “one shot”, defezionando.
È qui che entra in gioco l’istituzionalizzazione: le istituzioni, infatti, cercano di far sì che il gioco si reiteri, stimolando alla cooperazione.
Sono 3 gli aspetti importanti delle istituzioni (3R):
reiterazione
reciprocità: l’”ombra del futuro” è lunga = quello che faccio oggi è influenzato da quello che farò domani; le istituzioni permettono una certa reciprocità distribuita ne tempo
reputazione: c’è interesse a comportarsi bene oggi, così in futuro gli altri si fideranno e tenderanno a cooperare.
Questo comportamento cooperativo presuppone che gli stati siano degli egoisti razionali = tendono a massimizzare i propri benefici  UA = PA
REALISTI: gli stati sono, invece, dei posizionalisti difensivi = guardano alla posizione in nome della propria capacità difensiva  secondo Grieco, si ha che    UA = (1-k)PA – k(PB – PA), dove k = sensibilità ai vantaggi relativi (0<k<1) 
 - se k=0  UA = PA (come sostiene Axelroad)
 - se k=1  UA = PA - PB
Più k aumenta, più si restringono le possibilità di cooperare. Inoltre diventeranno interessanti anche posizioni negative, dove però con una piccola perdita personale si possono infliggere gravi perdite relative all’avversario (es.: una guerra).

Alcuni autori hanno parlato di una possibile sintesi tra neorealismo e neoliberalismo, basata proprio sulla sensibilità k:
la visione liberale (vantaggi assoluti) sarebbe più adatta nelle relazioni di tipo economico
la visione realista (vantaggi relativi) sarebbe più adatta nelle questioni di tipo militare, che passano in primo piano quando c’è una guerra imminente, si creano dei rapporti in amichevoli. Inoltre, bisogna considerare il fatto che più i rapporti di forza sono asimmetrici, meno importanti saranno i vantaggi assoluti e che più sono gli attori più k diminuisce, perché aumenta il numero dei possibili alleati.
Questo tentativo di sintesi, però, non ha avuto un grande seguito.
LE ISTITUZIONI NEL MONDO REALE: istituzione = gruppi di regole, spesso informali, che si ripetono nel tempo
= come bisognerebbe comportarsi (aspetto normativo, sociologico)
= vincoli al comportamento (North)/influenzano le aspettative (Keohane) (aspetto descrittivo)
Si possono distinguere 2 gruppi di istituzioni:
Istituzioni forti (es.: stato): ha a disposizione strumenti coercitivi, con i quali può obbligare al rispetto delle regole. Può obbligare a comportamenti sia probabili sia improbabili.
Istituzioni deboli (es.: famiglia, ONU): si basano sul consenso, sull’affetto da cui deriva il rispetto delle norme. Questo tipo di istituzioni specifica un particolare tipo di comportamento da tenere, il cui rispetto avverrà per interessi naturali
FUNZIONI DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI: oltre alle 3R di Axelrod, le funzioni principali sono:
introdurre norme specifiche = produrre informazione
basarsi sulla ripetitività = riducono i costi di una transazione (= i tempi trascorsi per prendere una decisione), stabilendo delle regole su come condurre i negoziati
specificare i ruoli = assegnare responsabilità
hanno un ruolo importante, perché manca un governo mondiale = sono l’unica fonte di legittimità.
TIPI DI ISTITUZIONI:
in base alla funzione si distinguono in:
1. istituzioni di coordinamento = presuppongono che tutti abbiano un interesse comune  definiscono i punti focali
2. istituzioni di collaborazione = si presuppone un dilemma del prigioniero  sono previste anche sanzioni (es.: ONU)
in base al grado di formalità si distinguono in:
1. regimi = informale
2. trattati = formale
3. organizzazioni internazionali
in base agli argomenti trattati si distinguono in:
1. istituzioni generali
2. istituzioni specifiche
in base alla membership si distinguono in:
1. istituzioni ristrette
2. istituzioni universali
in base alle regole stabilite si distinguono in:
1. istituzioni bilaterali
2. istituzioni multilaterali

Sull’identità delle istituzioni esistono diverse teorie:

REALISMO
Le istituzioni sono degli epifenomeni = maschere. Le uniche istituzioni che possono esistere sono quelle egemoniche
Istituzione completamente dipendente dal potere
TEORIA DEI REGIMI
(Keohane, cooperation after hegemony)
Occorre un egemone per far nascere un’istituzione, ma questa, poi, assume vita propria
Istituzione come variabile interveniente = ha bisogno di uno stimolo per nascere, poi ha vita propria
ISTITUZIONALISMO RAZIONALISTA
Le istituzioni possono essere negoziate anche senza un egemone, ma per mutuo interesse
Istituzione come variabile indipendente = se gli stati trovano utile cooperare, negoziano
ISTITUZIONALISMO RIFLETTIVISTA
Le istituzioni sono un modo per comprendere la realtà  è molto importante la questione ideologica
Istituzione come variabile costitutiva
GLOBALISMO
Le istituzioni hanno la funzione di trasformare il sistema anarchico di Westfalia in uno gerarchico, con una global governance: nascono istituzioni con un potere contrastante a quello dello stato, sia all’interno degli stati (ONG), sia all’esterno (istituzioni sopranazionali)
Istituzione come variabile trasformista
APPLICAZIONI: nel campo della sicurezza si dice che esista pace o guerra in base all’istituzione internazionale esistente:
ISTITUZIONE ESCLUSIVA
ALTA ISTITUZIONALIZZAZIONE
ISTITUZIONE DI DIFESA COLLETTIVA
es.: NATO
ISTITUZIONE INCLUSIVA
SICUREZZA COLLETTIVA
es.: ONU
BASSA ISTITUZIONALIZZAZIONE
ISTITUZIONE ESCLUSIVA
ALLEANZE
ISTITUZIONE INCLUSIVA
CONCERTI
es.: Gruppo di contatto nella ex-Jugoslavia, “Quartetto” in Medio Oriente (formati da USA, UE, ONU, Russia)
alta istituzionalizzazione: regole scritte precise, ma problema di credibilità data dall’assenza di un governo mondiale
bassa istituzionalizzazione: ampia flessibilità, ma pochi benefici
istituzione esclusiva: maggiore identificazione, ma aumenta il livello di conflitto, perché si tende ad antagonizzare chi è escluso
istituzione inclusiva: maggiore controllo dei conflitti, ma difficoltà di accordo tra tutti i membri
NB: le istituzioni possono diventare controproducenti se le regole vengono applicate in modo errato:
applicazione in modo automatico: potrebbe insorgere un contrasto tra le norme internazionali e la democrazia
applicazione in modo selettivo: cresce il rischio di attacchi preventivi
scegliendo il principio della sicurezza collettiva si esclude la possibilità di alleanze  può capitare di dover intervenire contro un alleato
la giuridificazione dell’uso della forza lo spoliticizza  se gli stati credono nell’istituzione non fanno alleanze; è però possibile che la minaccia non venga contenuta
l’indivisibilità della pace implica l’indivisibilità della guerra  c’è il rischi della globalizzazione di una guerra

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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