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L'organizzazione degli agricoltori


La fine del decennio degli anni '60 segnò una svolta anche per la CONFAGRICOLTURA (CGAI). Il numero degli addetti in agricoltura si era più che dimezzato rispetto a venti anni prima ed era destinato a scendere ancora negli anni successivi. Questo dato di fondo spiega i tentativi della CGAI di trovare una convergenza con la COLDIRETTI e con quella sua potente proiezione economica che era la Federconsorzi. Ciò era reso più facile dall'allentamento della conflittualità tra le due organizzazioni e dalla necessità per la CGAI di trovare sostegni e referenti politici che erano venuti a mancare. Restava tuttavia aperta la questione della mezzadria che si voleva trasformare in affittanza per legge, come poi accadde.

Nel maggio 1969, con l'elezione di Diana, ebbe termine la lunga presidenza Gaetani. Fu avviato il processo di riforma dello Statuto che comportò la creazione di un centro studi; l'adattamento organizzativo alla nuova realtà istituzionale con la nascita delle Federazioni regionali; la convocazione dell'assemblea almeno due volte l'anno; la creazione, nell'ambito del consiglio direttivo, di un organo che riuniva i presidenti delle Federazioni regionali e quelli delle Federazioni di categoria; l'elezione del presidente da parte  dell'assemblea.
Sotto il profilo delle relazioni sindacali, la grande innovazione fu la firma nel gennaio 1970 del patto collettivo di lavoro con salariati. fissi e braccianti avventizi: cominciava a profilarsi anche nel campo agricolo un rapporto di lavoro assimilabile a quello dell'industria. La conferma venne dal rinnovo contrattuale dell'agosto 1972 con l'introduzione di istituti tipici dell'industria: le 40 ore settimanali, la riunificazione delle zone salariali ai fini della scala mobile e la revisione delle categorie.
Un elemento di sostanziale differenziazione continuava ad essere un certo impegno elettorale della CGAI che, al contrario, gli industriali avevano prudentemente ridotto. Alle elezioni del 1972 Diana espresse un sostegno dichiarato a favore del PLI e della DC per poi garantire il pieno appoggio al governo Andreotti che segnava il ritorno del "centrismo". Quindi lo scivolamento verso il cd "compromesso storico" trovò la CGAI schierata contro l'apertura al PCI col pieno sostegno della COLDIRETTI.
Dopo le elezioni del 1976, la soddisfazione per la tenuta della DC non fu accompagnata da una pari soddisfazione in termini di presenza parlamentare dell'organizzazione (un solo deputato).

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