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A diagrammatic ex position of media frenzies


1° grafico: guardandolo si deduce che troppi giornalisti si occupano dei media frenzies, rispetto a quelli che si occupano di notizie differenti. Questo dispendio di lavoro e di persone, comporta anche costi elevati che superano i benefici che invece la società ne trae.
Alcune statistiche comparative spiegano perché solo alcune storie generano frenzies e perché i frenzies sono così tanto aumentati negli ultimi anni.
2° grafico: rappresenta gli effetti della domanda ed il costo di copertura dei frenzies.
Le notizie sono un bene pubblico e non esistono restrizioni che regolino il numero di giornalisti impegnati a seguire una certa vicenda.
Tutto ciò porta ad un classico caso di “tragedy of commons”.
I media considerano solo il costo privato che comporta inviare una troupe o un giornalista sul posto, tuttavia ignorano i costano che infliggono alle singole persone implicate nelle vicende ed alla società nel suo complesso, facendo cattivo giornalismo. Ad esempio, la Principessa Diana è morta proprio perché impegnata a seminare i fotografi che la inseguivano per invadere la sua privacy.
Quando si crea un media frenzy, uno dei tipici effetti è che ad occuparsi della notizia non sia più il settore della redazione più esperto in materia, bensì i settori che si occupano di politica e di cultura.
Esistono dei diritti di proprietà che limitano i giornalisti nella ricerca delle informazioni.
Per esempio, nel caso dello scandalo di Bill Clinton, i giornalisti non riescono ad entrare nel vivo della storia per sapere ogni dettaglio. Possono solo stare fuori (fisicamente) dai luoghi in cui si svolge l’avvenimento o il fatto e raccogliere così quante più informazioni riescono tramite interviste od altro.
Il problema dei media frenzies è il fatto che molti giornalisti si occupano dello stesso fatto: infatti, se ci fosse un solo giornalista che si occupa di una notizia, e sapesse di essere realmente solo, potrebbe aspettare e ne l frattempo informarsi al meglio nei dettagli. Tuttavia, considerando il gran numero di giornalisti in concorrenza tra loro che accorrono ogniqualvolta accade qualcosa, si crea concorrenza anche nelle tempistiche di pubblicazione della notizia.
Le operazioni di verifica delle notizie diventano sempre più approssimative , in quanto l’unico interesse non è quello di far emergere la verità, bensì di fornire al pubblico sempre nuovi elementi, specialmente se di forte impatto, bruciando la concorrenza delle redazioni rivali.
Tutti vogliono ovviamente avere il primato sia sulle informazioni che sui tempi di comunicazione del tutto, ed in questo modo creano confusioni e vengono ingigantite o distorte le notizie per avere più successo.
L’eccessiva copertura mediatica di un evento, compromette la qualità dell’informazione. I giornalisti sono sempre alla ricerca di nuovi particolare e questi vengono divulgati senza le opportune verifiche col fine di bruciare sul tempo la numerosa concorrenza.

Tratto da RESPONSABILITÀ DEI MEDIA di Marco Cappuccini
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