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Le caratteristiche dell'Ombudsman


Le caratteristiche di questa figura sono:
1. Accessibilità: accesso dei cittadini all’ombudsman ed accesso dell’ombudsman alle informazioni “segrete”.
2. Visibilità: devono essere disponibili spazi aperti al grande pubblico.
3. Autonomia: indipendenza dalle logiche economiche e redazionali (i suoi articoli non sono noti prima della pubblicazione).
4. Criticità: assunzione di un punto di vista esterno; evita il conflitto di interessi.
Il risultato è la trasparenza riconosciuta al medium percui lavora.
In Italia ed in Germania non ce ne sono, in Francia ce n’è solo uno presso Le Monde. Sono invece numerosi in Svizzera, Regno Unito e nel Nord Europa (soprattutto in Svezia che è il paese natale di questa figura). Negli USA, su 1500 quotidiani solo una quarantina ne hanno uno (2,66%). Negli USA però, oltre a trattare coi lettori arrabbiati, gli Ombudsmen sono anche giornalisti che una volta a settimana trattato su una rubrica i temi legati al giornalismo o all’operato del proprio giornale.
Esempio del CIA gate che vide coinvolta la giornalista del New York Times Judith Miller:
All’inizio la giornalista fu vista come un’icona del giornalismo americano, poiché a sostegno del segreto redazionale, scontò 85 giorni in carcere. Si seguito si è però scoperto che la giornalista non era andata in carcere per difendere la verità ma per difendere l’operato di uno spindoctor (esperto di comunicazione al servizio del governo) che l’aveva strumentalizzata per i propri fini passandole scoop che in realtà erano falsi. La giornalista in questione ha quindi commesso l’errore di trasmettere notizie false delle quali non ne aveva adeguatamente verificato la fondatezza. L’ombudsman del New York Times, ha dovuto quindi spiegare la situazione ai propri lettori, cercando di chiarire le dinamiche della vicenda, sollevando scomodi interrogativi sulla gestione dello scandalo da parte dei vertici del giornale e cercando di far luce sull’accaduto.
I lettori, dunque, beneficiano di questa figura dacché ottengono delle risposte e vengono spiegate loro le procedure interne ai giornali, le quali sono spesso processi misteriosi e quindi sospettosi per molti lettori. Il giornale guadagna a sua volta dalla presenza dell’ombudsman poiché questo gli conferisce un’immagine più responsabile verso l’esterno, il che si traduce con una maggiore fedeltà dei lettori.
Diversi studi hanno provato come la credibilità di un giornale ed il suo successo commerciale siano strettamente correlati.
L’ombudsman deve quindi essere: visibile, accessibile, autonomo, critico.
Chi si oppone all’ombudsman ha fondamentalmente due ragioni:
1. La prima è di carattere economico, infatti, in un periodo dove bisogna risparmiare, può costare troppo ingaggiare una persona che ricopra questo ruolo.
2. La seconda è di principio: sono i giornalisti ed i direttori stessi, e non un’altra persona, ad essere direttamente responsabili del loro operato di fronte ai lettori. Ma non sempre giornalisti e direttori hanno tempo e voglia, nonché l’occasione giusta, per spiegare i propri comportamenti ai lettori.
Nasce così il dubbio che dietro il rifiuto vi siano ragioni emotive come l’insicurezza, l’arroganza e la paura di essere criticati.

Tratto da RESPONSABILITÀ DEI MEDIA di Marco Cappuccini
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