Skip to content

Analisi del tema sul crollo del muro di Berlino

Il discorso sul muro non è mai focalizzato (neanche nel capitolo successivo) sulle conseguenze del crollo dei regimi comunisti e della fine della RDT a livello sociale, economico, etc (eppure il volume è del 2004!). Del resto, nel corso di questa unità didattica era stato più volte ribadito che, mentre l'influenza economica degli Stati Uniti sull'Europa Occidentale aveva portato alla crescita economica (anche se non era priva di influenze politiche), nella zona di influenza dell'URSS «Inefficienza e burocratizzazione [in grassetto nel testo] nella gestione dell'economia, mancanza di libertà [in grassetto nel testo] politica e culturale: a questo prezzo il cittadino dell'Europa orientale si vedeva garantito il lavoro e un alto livello di sicurezza sociale [in grassetto nel testo], grazie al generalizzato e pressoché gratuito sistema sanitario, scolastico e previdenziale» (capitolo 17: L'Europa divisa). E, sembra suggerire l'enunciatore, questo prezzo era troppo alto.
Analizzando il tema del crollo del muro nel complesso del capitolo che include i paragrafi ad esso dedicati, possiamo dire che l'enunciatore ci offre una panoramica del crollo dei regimi comunisti in altri paesi dell'ex blocco sovietico (sottolineandone più le differenze reciproche rispetto a farne un discorso unitario) e poi ci presenta il caso della Germania come conclusivo rispetto al processo di democratizzazione dell'Europa dell'Est (con il suo caso simbolico del muro), non mettendola però in relazione esplicitamente con l'Urss né con i fatti accaduti in altri Paesi (se non con la Bulgaria, che apre il confine), né descrivendo in modo particolareggiato la situazione delle due Germanie al momento della riunificazione. All'enunciatore l'evento sembra interessare più dal punto di vista simbolico che nelle sue cause e conseguenze economiche, politiche e sociali. Il processo rappresentato non è quindi semplicemente quello della caduta del muro (che ha la puntualità dell'evento fulmineo), ma della caduta dei regimi socialisti dell'Est Europa che ha come culmine il crollo del muro. I soggetti messi in scena sono astratti: «la crisi economica», «la politica di Gorbacev», «le istituzioni», etc e gli uomini appaiono sottoforma di soggetti collettivi:  «le popolazioni dell'Europa dell'Est», i partiti, i sindacati (totalità partitive), la chiesa (totalità integrale). Sono poi messi in scena alcuni personaggi politici: Gorbacev, Bush, Kohl, etc. La loro rilevanza è comunque minore rispetto alle categorie astratte sopra individuate. Dal punto di vista della narrazione, il crollo del muro, nel discorso complessivo del capitolo, appartiene alla fase della sanzione (perché sancisce la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo) ma anche della manipolazione (perché imporrà un certo corso alla storia dell'Europa, in cui la Germania diventerà la potenza guida, modificando gli equilibri economici e politici preesistenti).
Mentre fino a questo momento l'enunciatore non lascia dubbi al lettore in merito alla bontà del modello di democrazia occidentale, che vince sui regimi comunisti e sembra inevitabilmente destinato a magnifiche sorti e progressive, nell'approfondimento che conclude il capitolo e l'unità didattica, l'enunciatore, attraverso le parole di un'autorità in materia quale Valerio Castronovo, insinua nel lettore il dubbio: «Il secolo ventesimo è stato insomma più lungo e più largo di quanto s'immaginasse alla fine degli anni Ottanta sull'onda travolgente delle reazioni politiche ed emotive suscitate dal collasso del comunismo in Europa. E si è concluso nel segno di un'estrema incertezza.  […] Se il capitalismo e la democrazia appaiono oggi, alla luce dell'esperienza degli ultimi decenni, le strade che le società più avanzate dell'Occidente hanno praticato e verso cui quelle emergenti si stanno avviando, questo non vuol dire che l'uno e l'altra siano in grado di orientare e segnare irreversibilmente il destino del resto dell'umanità. […] Anche perché c'è da stabilire se e in che modo sia possibile governare l'economia globale affinché essa concorra alla crescita di una società più giusta e progredita e a combattere la povertà del Terzo Mondo»
Si tratta di una riflessione che quanto meno induce il lettore a riflettere sulla perfezione del modello capitalistico e sul progresso come filo conduttore della storia. È interessante notare come questa analisi critica sia inserita nell'ambito di un testo di approfondimento (quindi in un certo senso più defilato, anche perché non obbligatoriamente letto): l'enunciatore non si espone mai, non dice esplicitamente ma ci fa intuire, tramite le parole riportate di un esperto, la sua "incertezza cognitiva" sul progresso dell'Occidente. In questo modo lascia al lettore la responsabilità di cogliere questo aspetto del discorso, senza mai uscire da un discorso cognitivo oggettivo ma convocando un discorso altrui a sostegno di una tesi che certamente condivide.


Tratto da SAGGIO SUL MURO DI BERLINO di Isabella Baricchi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.