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Definizione di crisi e crollo democratico

All’interno della crisi democratica si può distinguere tra crisi della democrazia e crisi nella democrazia.
Crisi della democrazia è l’insieme di fenomeni che alterano il funzionamento dei meccanismi tipici del regime. Si arriva ad una crisi quando si ha una limitazione della competizione politica e della potenziale partecipazione in quanto si è rovinato il compromesso che ne è alla base. Tale crisi riguarda i casi della
Germania di Weimar che dopo aver subito la crisi giunge al crollo. In Itali e Spagna la crisi e il crollo avvengono all’inizio della creazione della democrazia ma vi è una reazione contraria che ha successo con l’instaurazione del fascismo e il franchismo.
Vi è in altri casi crisi nella democrazia e assenza di crollo come in Inghilterra negli anni 30. questa ha due significati rilevanti: l’arresto o il malfunzionamento di struttura e meccanismi cruciali del regime e il distacco nei rapporti società-partiti ovvero richieste-decisioni.
Si ha invece il crollo senza crisi quando i caratteri fondamentali del regime saltano e una diversa democrazia o un regime autoritario vengono insturati.
Rispetto allo svolgimento delal crisi democratica bisogna analizzare la mobilitazione politica a livello di massa, i mutamenti negli atteggiamenti e nelle preferenze politiche degli attori che sostengono il regime. A seguito di tali fenomeni vi è un inasprimento della lotta politica e maggiore fluidità nei rapporti politici tra i partiti e associazioni.
La prima fase della crisi comporta la crescita di radicalizzazione, ovvero un aumento della distanza tra le posizioni reciproche dei partiti. Essa aumenta fino a portare alla totale opposizione al regime democratico; la frammentazione partitica, con l’aumento dei partiti presenti nell’arena politica e delle frazioni interne ad ogni schieramento; la crescita di partecipazione per tutti i cittadini; e l’instabilità governativa, con l’aumento delle crisi di governo e i conflitti all’interno della maggioranza.
L’inevitabile conseguenza di tutto ciò sono l’inefficacia decisionale, l’aumento degli oppositori al regime e quindi l’illegittimità. Comincia così un circolo vizioso che però può essere interrotto dall’azione decisa di un gruppo che riesca a ricomporre il compromesso democratico, altrimenti si entra nella seconda fase, che pone le condizioni per il crollo del regime democratico. questa è caratterizzata dalla distruzione del centro politico, da una crescente violenza e dalla politicizzazione dei poteri neutrali, cioè l’esercito o la magistratura.
Nell’Europa occidentale grazie ai legami tra società civile e istituzione si assiste ad una crisi senza crollo. In generale al centro delle crisi europee vi è l’overload dei governi da parte di gruppi e individui. La conseguenza a ciò è stata la crescita dell’intervento dello Stato dell’economia e l’esplosione del debito pubblico.
Le cause delle crisi sono i forti cambiamenti sociali e culturali che indeboliscono il senso dell’autorità, l’assenza di alternative politiche alla democrazia, e l’insoddisfazione che si traduce non in lotta politica ma in indifferenza verso la politica.

Tratto da SCIENZA POLITICA di Marco Cappuccini
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