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I partiti politici come riflesso di fratture sociali

I partiti politici come riflesso di fratture sociali


I partiti politici presenti nei diversi paesi riflettono fratture sociali storicamente presenti in essi. Du principali fratture si sono sviluppate durante il processo la rivoluzione nazionale e altre due durante la rivoluzione industriale.
Secondo Rokkan le prime due fratture sono rispettivamente il conflitto tra centro e periferia, etnicamente e culturalmente diverse e con quest’ultima che si opponeva all’accentramento territoriale con l’affermazione di un'unica lingua ufficiale, e il conflitto tra lo Stato e la Chiesa, con lo Stato che voleva portare la propria influenza nei campi in cui operava da secoli la Chiesa come l’istruzione, e così ancora aspri conflitti per il controllo della morale e delle norme della comunità, come il matrimonio, il divorzio e i funerali.
Le altre due fratture sono il conflitto tra industriali e agrari sul tema delle barriere doganali e dei prezzi dei prodotti agricoli che danno luogo a schieramenti urbani-agrari che sono rappresentati in parlamento rispettivamente dai partiti liberal-radicali e conservatori; infine il conflitto interno al mondo industriale tra capitalisti e salariati.
Intorno al tema dell’intervento dello Stato per ridurre le disuguaglianze sociali si è articolato il principale asse di conflitto tra i partiti con l’asse destra-sinistra, dove la prima si caratterizzava per la richiesta di un minore intervento statale e minore tassazione e la sinistra domandava maggiore intervento in termini di servizi sociali e miglioramenti delle condizioni di lavoro.
In politica possono essere riscontrate una sorta di famiglie spirituali dei partiti. Partiti liberali e radicali: portatori degli interessi della borghesia contro i proprietari terrieri con l’assunzione di posizioni contro la Chiesa; chiedono la rimozione delle barriere doganali e il riconoscimento dei diritti civili e politici.
Partiti conservatori: difendono gli interessi dei proprietari terrieri, sono per la non estensione del suffraggio universale, uno scarso intervento dello Stato e contro l’ampliamento dei diritti civili e politici. Partiti socialisti e socialdemocratici: richiedono l’allargamento dei diritti civili e politici e sostengono una trasformazione del sistema democratico.
Partiti democristiani: nati per esprimere l’opposizione della Chiesa alle emergenti democrazie liberali. Sono contro l’estensione dei diritti civili. Partiti comunisti: a sostegno del proletariato industriale aspirando una rivoluzione sociale.
Partiti agrari: a difesa degli interessi delle campagne durante la rivoluzione industriale. Partiti etnico regionalisti: emersi in difesa delle minoranze etniche e linguistiche. Partiti della destra radicali: antiliberali e antidemocratici. Partiti ecologisti: attenzione all’ambiente e all’inquinamento.
I dati recenti dimostrano come gli elettro abbaino perso fiducia nei partiti che ora vengono giudicati in base alle loro azioni e invece che dalle ideologie da cui nascono.

Tratto da SCIENZA POLITICA di Marco Cappuccini
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