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Le forme di governo nella realtà politica


La mediazione parlamentare significa che il governo deve godere della fiducia del parlamento e che quindi il governo deve avere almeno una maggioranza favorevole o perlomeno non sfavorevole in parlamento. Il governo diviene il vertice della maggioranza parlamentare, e quindi non è più un soggetto distinto dal parlamento, come accade nel presidenzialismo dove solo pochi ministri vengono dal parlamento.
Nella formazione, gestione e amministrazione della maggioranza parlamentare la variabile partitica è molto importante, dando luogo a forme di governo assai diverse. La struttura del governo rimane nel modello parlamentare strettamente connessa a quella del partito di maggioranza del quale diviene una sorta di rappresentazione.
Nel caso di un sistema pluripartitico il ruolo fondamentale è svolto dai leaders dei diversi partiti che secondo i casi potranno operare all’interno del governo oppure rimanerne fuori costituendo una sorta di organo di controllo politico sull’azione dell’esecutivo. Il capo di governo in ogni sua decisione e movimento dovrà fare i conti con questi attori e decidere di conseguenza.
Dalla mediazione parlamentare possiamo affermare che la vita e la sopravvivenza del governo sono legate a quella della maggioranza parlamentare; le differenze sono invece sulle modalità di funzionamento e direzione della maggioranza da parte del governo: si ipotizza un continuum tra un forte controllo centralizzato della leadership di governo sulla maggioranza, e un’elevata dispersione del potere all’interno della maggioranza, che si tradurrà in una pluralità di centri potestativi con cui il governo dovrà fare continuamente i conti.
Nel presidenzialismo i partiti hanno un’ampia disponibilità al compromesso anche se molto autonomi; questo è dovuto al carattere poco coeso dei partiti americani e alla limitata distanza ideologica che intercorre tra essi.
Nel semi-presidenzialismo è necessaria una corrispondenza tra maggioranza presidenziale e maggioranza parlamentare, e inoltre di una struttura del partito di maggioranza tale da lasciare il presidente della repubblica un ampio margine di azione.

Tratto da SCIENZA POLITICA di Marco Cappuccini
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