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Personaggi e struttura in "Sentieri selvaggi"



Un personaggio cinematografico può essere indagato dapprima come “persona reale”, poi come ruolo e quindi come attante, e non c’è risposta alle domande su cosa ha fatto Ethan dopo la resa del Sud; con la terza sequenza, marcata dalla musica, entra un nuovo personaggio da una nuova inquadratura, analoga alla prima ma dalla porta posteriore, e si ha poi l’agnizione tra Ethan e Martin, con il primo che non riconosce il secondo e lo vede come “mezzosangue”, mostrando subito l’odio per gli indiani; il primo giorno si chiude con tale sequenza, e il secondo si apre con l’arrivo dei “rangers”, che conferma la centralità narrativa della fattoria, da cui i personaggi si distaccano solo quando le informazioni sui personaggi e sugli eventi sono state abbozzate, passando ad uno spazio aperto; il ritorno nella fattoria a sole calante avviene dopo che Ethan prevede l’attacco degli indiani ad una fattoria, che con l’inquadratura del capo indiano chiude il prologo del film (marcato anche dall’unica dissolvenza al nero del film, a parte la “dissolvenza” che si ha con la chiusura della porta che chiude il film, con una funzione di cesura e non di creazione di suspense come nella fiction TV), il primo episodio, o secondo se si considera isolato il ritorno di Ethan, ma è meglio pensare ad un episodio unico per seguire un criterio legato alla fattoria e ai peripli che dal ritorno alla fattoria sono conclusi, in modo che il film si configura come prologo – 1° periplo – 2° periplo – 3° periplo; il prologo ha dunque 7 sequenze: ritorno di Ethan – riconoscimento delle nipoti – arrivo di Martin – cena con gli altri partecipanti – arrivo dei rangers – viaggio all’esterno – attacco indiano, e non basta riconoscere le sequenze spazio-temporali, ma occorre analizzare le macrosequenze narrative, ciò che implica una “scelta di campo”, un punto di vista generale sul film che segue un modello, iconologico o simbolico.
Una nuova svolta narrativa si ha quando la linearità degli eventi è interrotta dalla lettera di Martin, la cui lettura e visualizzazione segna una forte ellissi temporale (tutti gli eventi narrati, più i mesi che passano dalla scrittura all’arrivo della lettera) collegata dal “defunto Futterman” della lettera agli ultimi eventi presentati, l’uccisione appunto di Futterman, in un gioco tra il presente assoluto degli eventi e il tempo della lettura della lettera, che genera sottosequenze complesse (gli eventi incassati in tale lettura, un’unica sequenza). Le inquadrature finali sono simmetriche a quelle iniziali (Ethan solleva Debbie in alto, ritorno alla fattoria, Ethan che rimane fuori e si allontana, escluso dalla famiglia, la chiusura della porta).

Tratto da SEMIOLOGIA DEL CINEMA di Massimiliano Rubbi
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