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Débrayage, embrayage


L’enunciato per essere autonomo si stacca dall’istanza che lo produce, la situazione di produzione per Greimas è irraggiungibile, ma si può ricostruire con indizi e tracce nell’enunciato, il soggetto dell’enunciazione non si può identificare con quello dell’enunciato. Il pronome personale “io” è solo una maschera perché l’enunciatore è solo presupposto dall’enunciato, nel testo appaiono solo i simulacri. Quando il soggetto si esprime (anche in prima persona) disgiunge e proietta fuori di sé un suo simulacro costituendosi come un “non io”, questa proiezione (débrayage) riguarda anche lo spazio/tempo oltre l’attore, è un processo di disgiunzione e proiezione dall’istanza dell’enunciazione. 
Da un Débrayage può partirne un secondo (per esempio in Striscia la Notizia, Greggio e Iacchetti – primo debrayage – danno la parola a Staffelli per il Tapiro – secondo debrayage – si torna poi in studio e si seguono i commenti di ritorno, questo è l’Embrayage). 
Il debrayage è disgiunzione, l’embrayage è reiezione, ritorno al piano enunciativo del primo debrayage (es. in un racconto gli eventi narrati si interrompono per dar posto a una struttura dialogica). Nel dialogo un interlocutore può “debraiare” dando vita ad un altro racconto ed “embraiare” tornando al momento in cui ha iniziato. In un qualsiasi testo ci possono essere debrayage di secondo e terzo grado incassati che creano una effetti di referenzializzazione interni al testo

Tratto da SEMIOTICA DELLA PUBBLICITÀ di Priscilla Cavalieri
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