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Significante e significato

Ferdinand de Saussure, è il primo ad analizzare il segno linguistico. Secondo lui è il prodotto dell’unione tra significante e significato. Inizialmente interpreta il significato come “un concetto” e il significante come “immagine acustica” (non un suono, ma come la traccia psichica che esso lascia). Poi il significato diventa “concetto veicolato dall’immagine acustica” cioè dal significante. Da qui in poi il significante è la parte che permette al segno di manifestarsi percettivamente. Il significante è il veicolo per arrivare al significato, può essere visivo, verbale, tattile od olfattivo.

Louis Hjelmslev parte dalla definizione di segno di Saussure e chiama:
- il significante: piano dell’espressione
- il significato: piano del contenuto

Per de Saussure la forma semiotica è l’unione inscindibile tra significante e significato.
Hjelmslev distingue invece per ciascuno dei due piani (espressione - contenuto) una forma e una sostanza; la semiosi è la correlazione tra una forma dell’espressione e del contenuto e sostituisce la funzione segno con quella di funzione segnica (relazione tra forma dell’espressione e del contenuto e non tra sostanze che costituisce enunciati dotati di segno).


Non è inscindibile, ma il suo senso può mutare col tempo (una scultura in rovina cambia senso e diventa rappresentazione di un ricordo). La sostanza vive solo grazie alla forma, è assolutamente dipendente da essa, deriva dalla forma, è materia messa in forma. Per Hjelmslev la forma informa la materia semiotizzandola, come una manciata di sabbia assume forme diverse in base al contenitore così la materia può essere formata e strutturata diversamente in lingue diverse. La materia è tutto l’universo, tutto ciò che si può conoscere e di cui si può avere esperienza (percettiva, immaginativa, concettuale), ma che non si è ancora conosciuto e interpretato attraverso segni linguistici e non. La materia in sé non è conoscibile od esprimibile perché vorrebbe dire che è già stata organizzata in categorie ed espressa in qualche lingua, cioè non darle più materia, ma dire che è già sostanza alla quale la lingua ha dato forma.
La sostanza, è la materia messa in forma da qualche lingua.

Tratto da SEMIOTICA DELLA PUBBLICITÀ di Priscilla Cavalieri
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