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CIRCOLO VIZIOSO DELLA SOCIOLOGIA ECONOMICA DI MARX


Tra i punti di forza dell'interpretazione marxiana del capitalismo, vi è la capacità di render conto degli aspetti dinamici dell'economia e degli effetti di destabilizzazione sociale e di conflittualità, che non trovano adeguato posto negli schemi degli economisti classici.
Il circolo vizioso è questo: la crisi economica dipende dal conflitto di classe, che rimanda alla crisi economica.
Un punto critico è che l'introduzione di nuove tecniche fa in genere aumentare la produttività del lavoro, e se i salari non salgono più della produttività, ciò non determina un calo, ma una crescita dei profitti, che possono essere destinati a nuovi investimenti e quindi ad una nuova domanda di lavoro che compensa quella eliminata dalla meccanizzazione.
Il conflitto di classe è sopravvalutato per 2 motivi:
-mancato realizzarsi di quelle previsioni pessimistiche sull'andamento dell'economia che Marx pensava di stabilire con precisione da scienze naturali;
-maggiore rilevanza delle determinazioni "sovrastrutturali" delle classi, cioè all'influenza autonoma di fattori socio–culturali e politici.
La forte sottovalutazione dello stato impediva a Marx di prevedere come il conflitto potesse essere controllato dal sistema politico, ponendo dei vincoli all'organizzazione della classe operaia e accogliendo le domande delle organizzazioni di rappresentanza.
Gli esiti rivoluzionari si sono avuti in paesi come la Russia e la Cina dove le forze produttive erano più arretrate, e non laddove maggiore era il loro sviluppo, come la teoria suggeriva.
Marx era convinto sin dalla gioventù della necessità della rivoluzione e tutta la sua analisi spinge a ricercare delle leggi che mostrassero l'inevitabilità (non solo la necessità) di questa. La soluzione viene trovata nelle leggi dell'economia classica, modificate con l'innesto dell'elemento storico costituito dal conflitto di classe.
Ciò richiedeva però di ridurre drasticamente la variabilità del comportamento umano, facendolo dipendere in ultima istanza dalle istituzione economiche, conducendo ad una teoria troppo rigida, in cui poco peso hanno le istituzioni non economiche.

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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