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FATTORI ISTITUZIONALI PER LO SVILUPPO DEI DISTRETTI


I fattori istituzionali fondamentali per lo sviluppo dei distretti sono 3:
1) Una rete di piccoli e medi centri nei quali vi erano tradizioni artigianali e commerciali diffuse, dalle quali sono venute in larga misura le risorse di imprenditorialità per le piccole imprese;
2) Esistenza di rapporti di produzione in agricoltura prima dell'industrializzazione (mezzadria e piccola proprietà contadina), che ha sostenuto la formazione originaria di un'offerta di lavoro flessibile, a costi ridotti, e con conoscenze e motivazioni congruenti con lo sviluppo di piccola impresa;
3) Forte presenza di tradizioni e istituzioni politiche locali legate al movimento cattolico e a quello socialista e comunista, che hanno contribuito a rafforzare un tessuto fiduciario molto importante per lo sviluppo di piccola impresa e hanno influenzato le relazioni industriali e l'attività dei governi locali. Il modello di relazioni industriali ha cosi assunto un carattere cooperativo e localistico.
Anche, gli enti locali, hanno, a loro volta, garantito quei servizi sociali che hanno favorito la flessibilità del lavoro, e hanno fornito alcuni servizi e infrastrutture essenziali per lo sviluppo.
Un aspetto importante di questo fenomeno è quello della disponibilità di risorse cognitive che si formano nel tempo e portano a un «sapere contestuale», cioè a un linguaggio condiviso che consente di adattare agli specifici problemi produttivi il «sapere codificato» delle conoscenze scientifico-tecniche.
Accanto a queste componenti ve ne sono altre di tipo normativo , come la cooperazione all'interno delle aziende, e tra le diverse imprese.

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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