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Le cornici e le parentesi della comunicazione


Nel corso dell'interazione faccia-a-faccia non solo ci produciamo una serie di comportamenti rituali ma produciamo e riproduciamo il nostro self mentre ci prodighiamo a salvare la faccia dei nostri interlocutori. Essa non è l'unica situazione in cui un individuo può esprimere informazioni: da questo punto di vista, anche l'interazione mediata può assolvere a tale compito.
Dal contesto al «frame». Facendo riferimento alla distinzione fra comunicazione e informazione, possiamo parlare di informazione espressa e informazione comunicata:

Informazione espressa: nell’informazione espressa rientrano tutte le informazioni che trasudiamo, e riguardano il rapporto che esiste in generale tra l’individuo e ciò che trapela (il significato è perciò strettamente legato al contesto).

Informazione comunicata: quando l’individuo non trapela informazioni, ma offre comunicazioni. Si ha quindi un misto di informazione e comunicazione (es. quando i genitori verificano se il televisore è ancora caldo per capire se i figli hanno visto la tv).

Prendiamo in esame il contesto. Il contesto è quell’elemento che ci permette di dare un senso a ciò che avviene nell’interazione faccia a faccia. Ci fa comprendere un qualunque scambio comunicativo e una qualunque situazione.
Che cos’è il frame? Il frame è una cornice che noi mettiamo intorno agli eventi per capire cosa sta succedendo in quel momento e che quindi organizza anche l'interazione faccia a faccia; è una cornice che orienta la comprensione dei messaggi, indicando quale tipo di ragionamento impiegare per la loro corretta interpretazione.

I frame si dividono in:
- primari: sono le cornici che organizzano il mondo della realtà quotidiana e si dividono in:
• naturali: sono determinati dal mondo fisico (es. età-sesso-giorno-notte…);
• sociali: sono determinati dal mondo sociale (bene-male-sicurezza-pericolo…).

Per comprendere un messaggio o un evento bisogna vederlo nella sua cornice primaria.
- secondari: sono le possibili trasformazioni dei frame primari; esistono due tipi di trasformazioni:
• trasformazioni lecite: tutti sono a conoscenza della trasformazione dell'evento primario. Goffman le chiama “keyings” -> il processo di keying può essere tradotto approssimativamente come “messa in chiave”, e riguarda specialmente quelle situazioni in cui tutte le persone presenti alla situazione sono consapevoli della trasformazione in atto;
• trasformazioni illecite: Goffman le definisce “fabrications” e quindi quei casi in cui non tutti i partecipanti a una determinata situazione sono al corrente della trasformazione avvenuta • per preparare una fabrications è necessario che due o più individui comunichino fra loro di nascosto: questo tipo di comunicazione è la “comunicazione collusiva”. Es. scherzi, inganni.

Quando ci rendiamo conto che la messa in chiave non era quella corretta si parla di “esperienza negativa”, nel senso che non sappiamo bene quale tipo di cornice dobbiamo applicare alla situazione in corso.
Le scatole cinesi della comunicazione -> si riferisce al fatto che il frame è una cornice attorno alla quale se ne può costruire un’altra, e poi un’altra ancora, in un gioco che evoca le scatole cinesi.
“Doppio legame” -> Secondo Bateson “è una comunicazione paradossale, dove un messaggio comunica un’autocontraddizione” . Es. dire “sii spontaneo!”, è una contraddizione perché se lo siamo obbediamo all’ingiunzione e quindi non siamo spontanei perché siamo stati in qualche modo costretti ad esserlo, e se non lo siamo andiamo contro la nostra spontaneità .
In una qualunque situazione comunicativa, siamo molto attenti a segnalare ai nostri interlocutori quali sono le cornici giuste da applicare a quanto stiamo dicendo: i segni che demarcano “i limiti dell’interpretazione” sono come delle parentesi, ma è necessario che queste parentesi vengano ben segnalate. Dopotutto la possibilità di un malinteso è sempre dietro l’angolo, con tutti gli equivoci e le ambiguità che ne possono derivare.

Interazione verbale. La comunicazione interpersonale verbale può essere sottoposta a diversi tipi di incorniciamento metacomunicativo. Es. quando capita di non riuscire a gestire adeguatamente la produzione di parole e discorsi, è un caso di incapacità di gestione corretta del frame. L’interazione è considerata diversa da tutte le attività di interazione faccia a faccia perché gli enunciati linguistici (e soprattutto le normali conversazioni) sono connessi con il mondo circostante in maniera debole e vaga, e ciò rende il parlare più vulnerabile di altre attività alle trasformazione (siano esse lecite o illecite).

Improvvisazione. Durante una conversazione i modi e le forme dell’improvvisazione non sono del tutto sconosciuti, in quanto la risposta generata per far fronte ad una domanda non prevista nel corso di una conversazione presuppone una conoscenza dell’argomento, un ricco vocabolario di base e prontezza mentale. L'improvvisazione del jazz è caratterizzata dall'inseparabilità (cioè l'atto del comporre è inscindibile dall'atto dell'esecuzione), dall'originalità (per cui ogni improvvisazione -e quindi ogni composizione/esecuzione – è in qualche modo differente da quelle precedenti), dall'estemporaneità (l'improvvisazione ha luogo nel qui e ora e non è nota in anticipo), dall'irreversibilità (non ci si può correggere a seguito di un'esecuzione), e dalla responsabilità. La conversazione a differenza del jazz non soddisfa né l’inseparabilità, né l’originalità.

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