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La teoria della burocrazia di Weber

La teoria della burocrazia di Weber


La teoria della burocrazia di Weber
la sua analisi dei sistemi amministrativi può essere apprezzata se è vista in un più ampio contesto, data che il suo elenco è stato prodotto nel tentativo di differenziare questa forma rispetto alle precedenti forme tradizionali. 
Weber distingue 3 tipi di autorità:
- tradizionale(da origine a strutture amministrative di patrimonialismo) 
- razionale-legale(si basa lulla legalità delle regole normative, e da origine alla burocrazia)
- carismatico(struttura di relazioni basate sulla fiducia personale che lega un capo ai suoi seguaci). 
Per Weber la burocrazia è un tipo particolare di struttura amministrativa che si sviluppa in commissione con l'esercizio dell'autorità. La sua descrizione appare come un elenco di caratteristiche amministrative: divisione del lavoro tra i partecipanti, gerarchia di uffici, separazione tra diritti dell'ufficio e quelli personali, selezione del personale in base a qualificazioni tecniche. 
Per Weber i sistemi burocratici si distinguono dalle forme tradizionali in base ai seguenti aspetti: le attività che richiedono personale sono distribuiti in modo stabile; ogni ufficio inferiore è controllato e diretto da uno superiore; un sistema di regole governa le decisioni ufficiali e che le sono stabili e complete e possono essere apprese. 
Le decisioni vengono registrate in archivi scritti permanenti; i mezzi di produzione appartengono all’ufficio; i funzionari sono scelti sulla base di qualificazioni tecniche che vengono assunti e compensati attraverso un salario; un funzionario è un impiegato a tempo pieno e dopo un periodo di prova diviene irremovibile. 
Parson e Gouldner scrivono che Weber tende a confondere due tipi di autorità analiticamente distinguibili, e pensava alla burocrazia come un organizzazione che andava in 2 direzioni diverse allo stesso tempo: da una parte l’amministrazione basata sull’abilità di esperti, dall’altra l’amministrazione basata sulla disciplina, Nel primo caso l’obbedienza è invocata come mezzo per raggiungere un fine, nel secondo caso invece l’obbedienza è un fine in sé.

Tratto da SOCIOLOGIA DELLE ORGANIZZAZIONI di Antonio Grisolia
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Weber